A Casale di San Nicola, area dell’estrema periferia romana ( vicino a La Storta e alla Via Braccianese, XIV Municipio), prosegue la mobilitazione dei cittadini, riuniti nel Comitato dei Residenti,contro la prospettiva del’arrivo di varie decine di immigrati extracomunitari, che dovrebbero esser alloggiati nell’edificio dell’ex- scuola “Socrate” ( una ventina è già arrivata il 17 luglio, altri quaranta il 21). Dopo i disordini di venerdì 17, quando la polizia è arrivata a caricare i manifestanti ( che però, sottolinea il Comitato, dimostravano in forma assolutamente pacifica, e “non avevano nè caschi nè bastoni”), e ad arrestare due persone, la mobilitazione dei cittadini continua. “I residenti si dissociano nel modo piu’ assoluto da qualsiasi forma di violenza”, sottolinea il Comitato in un comunicato ufficiale: però – prosegue il Comitato – quel che è avvenuto venerdì 18 “é indecente per uno Stato di diritto” . Mentre le preocccupazioni per l’arrivo degli immigrati non hanno certo motivazioni razziste, ma “sono dovute soprattutto alla natura di questo territorio (isolato, privo di strutture e di punti di aggregazione, e privato), ed al peso che un centro per 100 richiedenti asilo avrà su una popolazione di sole 250 famiglie”.
Di tutto questo parliamo con l’avvocato Giorgio Mori, portavoce di Fratelli d’Italia per il XV Municipio e responsabile romano dello stesso partito per i problemi dell’ immigrazione:uno dei due arrestati nei disordini del 17 luglio, che però, processato il giorno dopo per direttissima, è stato immediatamente liberato dall’autorità giudiziaria.
D. Avvocato Mori,il bilancio del 17 luglio è pesante: piu’ di 10 feriti e contusi tra residenti della zona e forze dell’ordine, due arrestati, un denunciato e 15 persone identificate, e ora sotto accertamento. Come si è arrivati ad arrestarla?
R. Quella mattina (prima, tra l’altro, dell’arrivo dei militanti di Casa Pound,inseritisi poi nei tafferugli), io mi trovavo proprio in mezzo, tra manifestanti e polizia: perchè volevo parlare col dirigente di Pubblica Sicurezza, appunto per evitare un aggravarsi della situazione. Ma proprio allora, la polizia (in tenuta antisommossa e appoggiata addirittura da mezzi blindati) ha caricato: io ci son andato di mezzo mentre cercavo spontaneamente di proteggere delle donne (tra i manifestanti c’eran diverse donne ed anziani, N.d.R.). Ma non avevo alcuna intenzione di contrastare un ordine del Questore: volevo, ripeto, solo salvare delle povere donne da una vera e propria carica.
D. La circostanza è stata valutata il giorno dopo a Piazzale Clodio, nel suo processo?
R. Il mio arresto, il giorno dopo, è stato giudicato illegittimo. Questo di sabato 18, però, era solo un giudizio di legittimità, di convalida o meno dell’arresto: ci sarà poi un processo con giudizio di merito, per un’esatta valutazione dei fatti. Intanto, trovo però gravissimo che proprio il prefetto di Roma, Gabrielli, il giorno prima di questo giudizio di legittimità, se ne sia uscito con frasi a dir poco infelici (auspicando, in un’intervista ai giornali, che le persone arrestate il 17 luglio si ritrovassero effettivamente sulla fedina penale i reati loro contestati). Un prefetto, voglio ricordare, non è un esponente d’un partito o un deputato,ma un funzionario dello Stato, un diretto rappresentante dello Stato, a livello periferico.
D. Fratelli d’Italia , quindi, condivide le posizioni dei residenti di Casale San Nicola?
R. Condividiamo la loro contrarietà all’ arrivo in zona di tutte queste persone, perdipiu’ in uno stabile oggetto di procedimenti penali in corso, a proposito della riconversione della struttura (il nostro capogruppo al Consiglio municipale, infatti, Fulvio Accorinti, con un’istanza era riuscito ad ottenere, tempo fa, il sequestro pubblico dell’immobile: sequestro poi revocato dall’autorità poco tempo prima del 17 luglio). Esattamente, precisiamo, gli extracomunitari che dovrebbero essere ospitati a Casale sono dei richiedenti protezione internazionale, asilo, in sostanza: ma sappiamo tutti che, in casi come questo, solo il 10%, in media, dei richiedenti ottiene questo status. Gli altri si rivelano per quello che sono: immigrati per motivi puramente economici, che cercano d’ entrare in Italia bypassando i canali regolari. I cittadini del luogo s’erano accorti sin da maggio che qualcosa era nell’aria, notando appunto alcuni immigrati che stavano già lavorando nella zona.
D. E cosa propone FLDI per risolvere una situazione cone questa?
R- Mentre auspichiamo che i cittadini di Casale siano ascoltati dalle autorità municipali e dello Stato( altimenti potrebbe crearsi, nella zona, uno stato di tensione analogo a quello che caratterizzò, mesi fa, Tor Sapienza), vogliamo far capire che situazioni come questa nascono direttamente da quella che è una politica sconsiderata a livello nazionale. Non si può piu’ proseguire a far entrare in Italia decine di migliaia di richiedenti (a maggior ragione che, poi, solo una piccola parte di essi ottiene lo status di profughi): è come cercar di svuotare il mare con un bicchiere, mentre quelli che sono immigrati regolari, che cercano d’entare in Italia legalmente, sono inferociti, perchè questa situazione finisce naturalmente col bloccare i canali regolari. E quando parliamo di cambiare politica sull’immigrazione, non intendiamo certo che si debbano imitare certe obbiettive durezze di Francia, Regno Unito o Germania, ma solo che si deve vigilare maggiormente su tutti questi fenomeni: tra i Paesi dell’ Unione Europea, e forse anche al di fuori, l’Italia è l’unico che ha praticamente abbandonato al proprio destino le sue frontiere.
di Fabrizio Federici