In concomitanza con la 72.Mostra Internazionale del Cinema, al Teatrino di Palazzo Grassi, Antonello Sarno ha presentato il suo film documentario “ Venezia Pop. L’arte in Bianco e Nero”– dedicato ai 120 anni di storia della Biennale di Venezia, prodotto da Luce Cinecittà e da Agnus Dei Tiziana Rocca Production.
«La storia della Biennale ha radici lontane: inizia quando l’amministrazione comunale di Venezia, guidata dal sindaco Riccardo Selvatico, delibera durante l’adunanza consiliare del 19 aprile 1893 di istituire una Esposizione biennale artistica nazionale da inaugurarsi l’anno successivo. Messa in moto la macchina organizzativa, la prima Esposizione viene inaugurata il 30 aprile 1895», così recitano le prime righe della Storia della Biennale d’Arte pubblicata sul sito istituzionale. Poche parole che stanno a significare come il 2015 sia un anno importantissimo per la Biennale stessa: il 120mo anniversario dalla sua Fondazione. Un’occasione unica per dedicare alla Biennale d’Arte, “Madre” di tutte le sezioni successivamente istituite (è del 1932 la prima Mostra Internazionale del cinema), e a tutt’oggi tempio incontrastato dell’arte contemporanea.
Quello di Antonello Sarno, giornalista e regista, è un film documentario, che secondo le parole dell’autore: « non vuole essere un “manuale” di storia per immagini, bensì un evocativo e suggestivo montaggio di interviste a commento degli straordinari documenti dell’Archivio Storico del Luce dai primi anni del secolo scorso al 1978 (anno in cui i cinegiornali d’ogni testata di fatto scompaiono a causa delle mutate condizioni della legge che li tutelava e dell’esercizio cinematografico, profondamente cambiato dopo la Grande Crisi del 1976)».
Immagini inedite e restaurate in bianco e nero che ripercorrono la storia e le tappe più salienti della Biennale e alterna le immagini di archivio alle testimonianze dei tanti protagonisti della storia della mostra d’arte più importante al mondo. “Venezia Pop. L’arte in Bianco e Nero, abbraccia un arco di storia d’arte contemporanea lungo mezzo secolo dal 1928 al 1978 e ripercorre i 50 anni di storia della Biennale d’Arte attraverso le straordinarie immagini dei cinegiornali dell’Archivio Storico Luce. Il film inizia con le immagini degli operai in rumorosi preparativi per la grande inaugurazione del 1928 alla presenza del Re per proseguire con l’inaugurazione storica e rivoluzionaria del 1932. Seguono le immagini inedite dei giardini della Biennale trasformati nei teatri di posa del Cinevillaggio della Repubblica di Salò, voluto da Mussolini con i resti di Cinecittà. Prosegue poi il decennio del curatore Rodolfo Pallucchini dal 1949 al 1957, anno del big bang e dell’apertura alle nuove forme della pop art, che avrà il suo culmine nel quadriennio 1964-1968 dopo la vittoria di Robert Rauschenberg col Leone d’oro. Significativi anche gli interventi di personaggi illustri che hanno avuto un ruolo importante nella storia della Biennale, quali i suoi ex importanti Presidenti : Carlo Ripa di Meana e Paolo Portoghesi; curatori :Achille Bonito Oliva, Germano Celant, Francesco Bonami, Bice Curiger, artisti che vi hanno più volte partecipato lasciando un’impronta precisa come Marina Abramovich e Michelangelo Pistoletto – entrambi Leoni d’oro – e ancora Enzo Cucchi, Francesco Clemente, Maurizio Mochetti e Luigi Ontani, lo storico della Biennale Italo Moscati per la cronaca dei due anni di Salò e la partecipazione della star di Hollywood George Clooney, da sempre innamorato dell’Italia, di Venezia e dell’arte del nostro Paese.
di Daniela Paties Montagner