di Alberto Zei
Al Teatro Romano va in scena dalla prima decade di ottobre per l’inaugurazione del nuovo anno di spettacoli del Teatro Studio Uno di Roma, la rappresentazione “Augenblick”, ovvero, ” “L’istante del possibile”.
Si tratta di una innovazione teatrale interattiva con il pubblico, offerta dalla compagnia Amaranta/Orma Fluens che sulla base del successo dello scorso anno, riesce a trasformare magicamente gli spazi della Casa Romana del Teatro Indipendente, nella ineffabile Residenza Sogol.
Tutto è avvolto in un freddo velo di mistero e di trepida attesa sullo svolgersi dei fatti. Partendo dal racconto originario e incompiuto di René Dumal dal titolo il “Monte analogo”, la regia teatrale trasforma la recita in una interazione con il pubblico denominata “immersiva”; termine questo che già rende l’ idea del tipo di complicità.
Il coinvolgimento degli spettatori costituisce una innovazione di notevole successo in quanto sono questi con la loro partecipazione, diciamo, virtuale, a rendere possibile le varie ipotesi che lo stesso spettacolo offre nelle sue sequenze. La scena non viene vissuta passivamente dai presenti in sala, come lo si fa con un racconto altrui in eluttabilmente definito. Gli spettatori coinvolti al centro del contesto scenico, percepiranno dallo spettacolo e dagli altri presenti varie intuizioni sulla possibile successione degli eventi;stimoli che costituiranno il relativo input per gli attori.
Si tratta appunto di idee anticipatrici delle scene successive finalizzate alla costruzione immaginata di una storia propria, come se ognuno, una volta individuata la situazione consequenziale che dovrà essere affrontata sulla ribalta, ne divenisse anche regista. Osservando la recita in modo creativo, intelligente ed emotivamente partecipato, gli eventi saranno quelli che gli spettatori riterranno corrispondenti alla realtà romanzesca che questi si auspicano e che reputano la più consequenziale. Infatti, la regia lascia al pubblico, come detto, la libertà di vagare con la propria fantasia nei meandri di una configurazione teatrale che i presenti percepiscono e anticipano, come plausibile ipotesi delle scene successive.
Ecco qui il concetto del ” Istante del possibile” a cui l’autore si ispira affinché gli spettatori siano chiamati a vivere ora, come improvvisati registi, una realtà romanzesca, proprio nel momento in cui sono questi che scelgono quale strada intraprendere per la conclusione degli eventi.
Dai primi di ottobre si potrà vedere quale sarà la risposta che il pubblico darà allo spettacolo. Si ritiene infatti che pure la critica dovrà coerentemente essere “immersiva” raccogliendo cioè, anche da parte del nostro Giornale, la diretta impressione degli spettatori.