Dopo il Guggenheim Museum Solomon R. New York, la mostra dedicata al celebre pittore indiano Vasudeo Santu Gaitonde (1924-2001) e’ stata inaugurata a Venezia il 3 ottobre 2015 presso la Collezione Peggy Guggenheim diretta dal Prof. Philip Rylands, la mostra intitolata VS Gaitonde: La pittura come processo, come pittura Vita. A cura di Sandhini Poddar, curatrice aggiunta Solomon R. Guggenheim Museum, con Amara Antilla, Assistant Curator, Solomon R. Guggenheim Museum, l’esposizione mette in mostra oltre 40 dipinti e opere su carta provenienti dalle più importanti istituzioni pubbliche e collezioni private tra Asia, Europa e Stati Uniti.
Nato nel 1924 a Nagpur in India, Gaitonde è stato affiliato, se pur per un breve periodo a gruppi d’avanguardia come the Group e il Gruppo di Bombay, pur rimanendo però indipendente per la maggior parte della sua carriera ed estraneo a qualsiasi movimento, che si è sviluppato dopo il 1947 nella fase di post-indipendenza dell’India. Con una carriera artistica senza pari nella storia dell’arte moderna del Sud-Est asiatico, il lavoro di Gaitonde presenta un’opportunità unica di esplorare l’arte moderna indiana che ha caratterizzato i centri metropolitani di Bombay – la moderna oggi Mumbai e New Delhi, a partire dalla seconda metà degli anni ’40 per arrivare alla fine del XX secolo. Gaitonde iniziò a farsi conoscere, verso la metà degli anni 1950, grazie alla sua partecipazione a mostre collettive e personali in tutta l’India e all’estero. Partendo dalle linee di Klee, colori lirici e simbolista immaginario fantastico, il lavoro del’artista prese una svolta verso l’astrazione, che coincise con il suo forte interesse per il Buddismo Zen ed il successivo raggiungimento del “silenzio”, che era parte costitutiva del processo creativo di Gaitonde.
Nel 1991, durante un’intervista, l’artista ha equiparato il cerchio che appare in molte delle sue tele, come il simbolo del silenzio e la parola con la scissione del cerchio a metà, e lo Zen con un punto:« Tutto comincia dal silenzio. Il silenzio del pennello. Il silenzio della tela. Il silenzio del coltello pittura. Il pittore inizia assorbendo tutti questi silenzi. Non sono parziali, nel senso che nessuno parte di voi sta lavorando lì. Tutto il vostro essere è. Tutto il tuo essere sta lavorando insieme con il pennello, il coltello pittura, la tela di assorbire quel silenzio e di creare». Gaitonde attraverso una sua tecnica molto particolare, utilizzava spatole e rulli per dipingere e talvolta anche pezzi strappati e usati di giornali e riviste per creare forme astratte capaci di dare un senso di leggerezza, ma assicurando -al contempo, la loro consistenza, fisicità e presenza. Il suo lavoro spazia tra la pittura non oggettiva e il buddismo zen. Guardando il lavoro di Gaitonde in un contesto più ampio dell’arte del dopoguerra a livello internazionale, si puo’ trovare un parallelismo e qualche risonanza formale dell’opera di Gaitonde con alcuni artisti della Scuola Contemporanea di Parigi, o facenti parte del movimento dell’arte informale o dell’espressionismo astratto.
La mostra V. S. Gaitonde. Pittura come processo, pittura come vita dedicata all’artista indiano Vasudeo Santu Gaitonde (1924–2001) è la prima retrospettiva mai realizzata e dedicata al grande artista indiano, e resterà aperta al pubblico sino al 10 gennaio 2016.
Per ulteriori informazioni: www.guggenheim-venice.it
di Daniela Paties Montagner