In Italia le scuole di danza sono oltre 17mila, ma non esiste a livello nazionale una regolamentazione del settore. Non esiste infatti una legge che disciplini l’insegnamento della danza in ambito privato: chiunque voglia insegnare può farlo. Ciò comporta il proliferare di organizzazioni di ogni genere che garantiscono Diplomi di qualifica professionale di “Maestro” o “Istruttore” di danza e di “Danzatore”, a costi a volte molto elevati, senza alcun valore legale. Per questo l’AIDAF, l’associazione che in Federdanza / Agis riunisce le scuole di danza, in collaborazione con l’Agiscuola, ha deciso di promuovere la Campagna di informazione sullo stato di insegnamento della danza in Italia presentata mercoledì 14 ottobre 2015, a Roma presso la sede dell’Agis, “#misonodiplomatoindanza. Diplomi, brevetti e false abilitazioni”.
Obiettivo della Campagna è quello di informare e consentire alle famiglie e ai giovani che si avvicinano alla danza di scegliere con consapevolezza il proprio percorso formativo, in un settore in cui l’assenza di regole genera abusi e può provocare danni.
«La mancanza di una legge che disciplini l’insegnamento della danza in ambito privato, ha fatto sì che in Italia chiunque voglia insegnare può farlo – ha spiegato Amalia Salzano, presidente dell’AIDAF – Ci sono enti e organizzazioni che promuovono corsi e rilasciano diplomi, a volte con costi molto elevati, che non hanno alcun valore legale. Per questo vogliamo informare i giovani e invitarli a fare attenzione quando scelgono una scuola».
#misonodiplomatoindanza prevede una serie di iniziative: una campagna sui social network, indirizzata in particolar modo ai ragazzi, e sui siti Internet che si occupano di danza; la diffusione di materiale informativo nelle scuole del territorio nazionale, dalle Elementari alle Superiori; l’organizzazione di incontri pubblici, anche nelle scuole, ai quali parteciperanno artisti ed esponenti del settore. Inoltre per la campagna su Internet verranno realizzati contributi video e interviste a ballerini di chiara fama e a diversi insegnanti di danza.
Il riordino delle scuole di danza e il ripensamento del loro ruolo devono essere il punto di partenza di un nuovo sistema della danza. Insieme ad Amalia Salzano a chiederlo è Francesca Bernabini, presidente della Federdanza, che oggi ha sottolineato il lavoro che la Federazione sta portando avanti da anni per ottenere una legge nazionale che regolamenti il settore. «Alcune regioni hanno legiferato sulla materia, ma con provvedimenti difformi tra di loro e che, in alcuni casi, mostrano una scarsa conoscenza del settore. Serve quindi una legge a livello nazionale che disegni le linee guida».
Unica istituzione che attualmente garantisce una formazione legalmente riconosciuta sia per i ballerini che per l’insegnamento della danza è l’Accademia Nazionale di Danza. In rappresentanza dell’Accademia è intervenuta Claudia Celi che ha affermato di condividere l’esigenza di una campagna di informazione indirizzata ai giovani, sottolineando la mancanza in Italia di un albo per gli insegnanti di danza, strumento che contribuirebbe a fare chiarezza.
Attualmente neanche le Scuole di Ballo delle Fondazioni Liriche sono titolate a rilasciare diplomi di qualifica professionale validi sul territorio nazionale. Tra queste la Scuola dell’Opera di Roma, diretta da Laura Comi che, intervenuta questa mattina, ha espresso sostegno alla Campagna dell’AIDAF, sottolineando quanto le famiglie non riescano ad orientarsi e quanto questa situazione possa essere pericolosa per i bambini e i giovani, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
di Fabio Galli