Il verdetto è arrivato chiaro e forte dalla più alta istituzione sanitaria mondiale, l’Oms e più precisamente dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dopo un’attenta analisi su oltre 800 studi sul tema. Un consumo eccessivo di carni rosse lavorate ha evidenti legami con l’insorgenza di tumori colon-rettali e tumori allo stomaco.
Al bando dunque salsicce, salami, prosciutti, hot-dog, wurstel, carne in scatola, preparazioni e salse a base di carne, finiti nella lista nera come “sicuramente” cancerogeni di gruppo 1.
Attraverso i processi di salatura, polimerizzazione, fermentazione e affumicatura, infatti, le carni diventerebbero particolarmente nocive anche se già le carni rosse, non sottoposte a lavorazione, sono elencate come “probabilmente” cancerogene e quindi incluse nel gruppo 2A.
«Sono anni che si ipotizza la pericolosità del consumo di carne – ha dichiarato il professor Umberto Veronesi – ora abbiamo una base scientifica più solida. La pubblicazione ha un valore fondamentale perché “ufficializza” la carne rossa lavorata come causa di tumore».
«Io sono diventato vegetariano per ragioni etiche – prosegue Veronesi – ma è provato che frutta, verdura e cereali contengono tutti gli elementi per mantenerci sani».
«La pericolosità della carne – spiega ancora l’oncologo – deriva dal fatto che le sostanze nocive mangiate dal bestiame, anche attraverso i mangimi, vengono introdotte nel loro tessuto adiposo e poi finiscono nel nostro piatto. Una volta ingerite si accumulano più facilmente nel nostro tessuto adiposo dove rimangono per molto tempo esponendoci per lungo tempo a effetti tossici. Invece con frutta e verdura, che sono poverissime di grassi e ricche di fibre, viene agevolato il transito del cibo ingerito e viene ridotto il tempo di contatto con la parte intestinale di eventuali agenti cancerogeni presenti nella nostra alimentazione quotidiana. Per la carne lavorata, a tutto questo si aggiungono le sostanze utilizzate per la conservazione e il trattamento».
«Dobbiamo ricordare che il cancro origina sempre da un danno al nostro Dna, che può essere causato da uno o più agenti esterni oltre che da cause genetiche e ogni sostanza cancerogena ci espone al rischio che il nostro Dna venga danneggiato. Meno ci esponiamo a cancerogeni conosciuti, meno ci ammaliamo. Dunque, meno mangiamo la carne rossa, meno ci ammaleremo. La regola da seguire è quella di ridurre al minimo il consumo di carne rossa e adottare il più possibile la dieta mediterranea: pesce, pasta, verdure, frutta e olio d’oliva».
Una buona notizia emerge nel frattempo dal XVII Congresso nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica che ha visto la partecipazione di 3mila esperti.
In 17 anni, infatti, gli italiani che hanno sconfitto il cancro sono aumentati del 18% (uomini) e del 10% (donne).
Percentuali che collocano l’Italia al vertice in Europa per numero di guarigioni, soprattutto nei tumori più frequenti come quelli del colon (60,8% vs 57%), del seno (85,5% vs 81,8%) e della prostata (88,6% vs 83,4%).
Sono quindi oltre 2 milioni gli italiani che hanno vinto la loro battaglia contro il tumore e nuove metodologie si stanno affacciando nel campo delle terapie come l’immuno-oncologia, che ha già dimostrato di migliorare la sopravvivenza a lungo termine nel melanoma e sta evidenziando risultati importanti anche per la cura del tumore del polmone e nel rene.
Daniela Gabriele