In un momento così, qual è questo che stiamo vivendo, all’indomani dei tragici accadimenti degli ultimi giorni, cogliere le riflessioni delle persone che ci stanno accanto, che sono lontane, conosciute e sconosciute, occasionali ed abituali, nei posti più comuni e nei luoghi inusuali di frequenza a chiunque – del mondo reale e virtuale – è una conseguenza naturale e spontanea che veste gli abiti della commemorazione per tutte le ignare vittime innocenti e senza tempo, per coloro che si spengono senza colpe.
La digressione sarà il tener conto che ”il buon senso è la cosa meglio distribuita a questo mondo, dato che ciascuno pensa di esserne ben provvisto”(René Descartes Discorso sul metodo, Rizzoli Editori, 1968, Parte Prima p. 15), che “il cristiano non può essere profeta di sventura” (Concilio ecumenico Vaticano II, ventunesimo e ultimo, Apertura di Papa Giovanni XXIII con discorso Gaudet Mater Ecclesia – Gioisce la Madre Chiesa – 11 ottobre 1962), ma soprattutto che “già da qualche tempo vediamo apparire articoli che riguardano opere tacciate di pessimismo, opere che – a parere dei detrattori – ci porterebbero, di conseguenza, dritti verso la più inerte delle sottomissioni. Il loro ragionamento è elementare. Una filosofia pessimista è sostanzialmente una filosofia avvilita, per cui chi non crede alla bontà del mondo è fatalmente destinato a soggiacere di propria volontà alla tirannide“(Albert Camus Questa lotta vi riguarda – Corrispondenze per Combat 1944-1947, Bompiani, 2010, 21 agosto 1944- 15 novembre 1945 p. 239).
Non riporto il mio punto di vista e non assurgo al ruolo di voce protagonista né di moderatore perché non posso averne titolarità, competenza o esperienza, ma provo a proporre un semplice io narrato, fuori campo e incolore, comunque opinabile, che si è preso la bega, come in un rituale, di ascoltare, di registrare, di citare, di apprendere, di riferire e mettere nero su bianco un verso generale, un microcosmo anonimo di comportamentismo agito da emozioni e sensazioni all’indomani dell’ennesimo sperpero di umanità e sciupo di convinzioni.
La riflessione sarà una sopra a tutte: solo un’immagine e nessuna parola per lo spaccato dell’umanità intera. Studenti universitari Italiani a Parigi per Erasmus: oggi, si sono recati alle lezioni e hanno osservato 25 minuti di silenzio e ascoltato Imagine di John Lennon prima di iniziare le ore di studio insieme a tanti altri studenti, ragazzi fra ragazzi, generi fra generi, razze fra razze, ceti fra ceti, religioni fra religioni, con il diritto e il dovere di vivere.
Maria Anna Chimenti