Dal 26 al 28 novembre2015, alle ore 21.00, e il 29 novembre, alle ore 17.00, dopo il grande successo della scorsa edizione, va in scena al Teatro Furio Camillo di Roma, in via Camilla 44, lo spettacolo Baroque-Time-Zone, prodotto da Teatro “A”, Associazione ARIADNE, di & da Le Serve Di Jean Genet con la regia di Valeria Freiberg.
Genet avrebbe voluto che le cameriere fossero interpretate da giovinetti, scrive Jean-Paul Sartre in Santo Genet, Commediante e martire e cosi, in parte, sarà nello spettacolo Baroque-Time-Zone, un improvvisazione teatrale per corpi e voci dove l’obiettivo è quello di “mostrare la femminilità senza femmina, mostrare una falsificazione della femminilità […] Le caratteristiche femminili dovevano essere solo “apparenza”, solo il risultato di una commedia … come sogno impossibile di uomini in un mondo privo di donne”.
Le due serve, come suggerisce Genet stesso, non sono realmente “serve”, ma un “gesto prorompente” di tutti coloro che, in modo diverso e a diverso titolo, sono oppressi, rifiutati, reietti, considerati diversi e pertanto relegati ai margini. L’autore sonda i limiti, provoca, parla apertamente dell’omosessualità : “non ho scelto di essere omosessuale, non più di quanto abbia scelto il colore dei miei occhi, o il numero di scarpe” fornendo una chiave di lettura per una riflessione scenica, un tema per l’improvvisazione che diventa la condizione data in cui vivono gli attori: “non possiamo scegliere noi stessi, ma abbiamo la possibilità di trasformarci.” Quello che interessa particolarmente la regia è analizzare tramite la straordinaria osservazione e concezione di Genet, “l’inferno” maleodorante di “zolfo” dell’anima umana nel febbrile tentativo di capire se stessa.
Baroque-Time-Zone riflette e indaga sul testo integrale di Jean Genet Les Bonnes. Cerca la propria visione artistica di Genet-l’autore e di Genet-il personaggio. La commedia coinvolge musiche barocche, movimento, ambiguità e battute sospese, recitate “furtivamente” in una Zona, uno spazio situato al margine fra una cella carceraria e una camera da letto di una Signora, amata e odiata da due Serve. Non è casuale, dunque, che la regista Valeria Freiberg abbia voluto inserire una visione Barocca come punto di partenza per le atmosfere della messa in scena.
Pochi crederanno che un uomo considerato, per anni, “sessualmente deviato”, accusato di aver ucciso i suoi amanti, di creare scandali, di essere un delinquente, un individuo primitivo che si dà alla pornografia, un ladro, possa essere di esempio agli altri. La vita di Genet, nonostante tutto, è una continua trasformazione umana, spirituale, artistica.
Le parole di Valeria Freiberg: «Lavorando sullo spettacolo Baroque-Time-Zone mi sono resa conto che non si possa parlare di testi di Genet-l’autore e trascurare Genet-l’essere umano. Allora ho chiamato il mio caro amico, un fotografo romano Gerardo Filocamo e insieme agli attori del Teatro “A” siamo andati a cercare le vibrazioni di Genet, i segni di Genet per le strade di Roma».
Continua: «Alla fine degli anni ’40 Jean Genet si innamorò di un ragazzo di vita romano, un certo Decimo, e andava spesso a Roma per stare con lui. E dunque, ricordando che “era un vagabondo” e che “di solito viveva in alberghi vicino alle stazioni ferroviarie: consuetudine dei ladri, sempre preoccupati di fuggire. Fuggiva sempre, perché amava vedere tanta vita attorno a sé” siamo andati lì dove tutto ciò poteva prendere una forma reale».
Lo spettacolo Baroque-Time-Zone, interpretato da Cristina Colonnetti, Guido Del Vento, Antonio De Stefano e Alessandra Santilli, è increspato, rancoroso, ma poeticamente intenso, si dissolve nel tempo, a sua volta scandito da azioni sceniche “molto diverse e molto diversamente recitate”.
di Donatella De Stefano