Conosciuta come “occhio pigro”, l’ambliopia è un’alterazione della visione dello spazio che viene a manifestarsi inizialmente durante i primi anni di vita. Il termine deriva dal greco “ops” che significa visione e “amblyos” che significa ottusa, pigra. I bambini che ne sono affetti presentano un deficit dell’apparato visivo perché il cervello, non riuscendo a interpretare correttamente le informazioni che gli giungono, “disattiva” i segnali che provengono da un occhio.
Si verifica infatti quando un occhio è molto più miope dell’altro o ha problemi di strabismo, così si impigrisce lasciando fare tutto il lavoro all’altro occhio. Poiché questo avviene in età pediatrica in un periodo critico per lo sviluppo, se l’occhio pigro non viene corretto i danni alla visione diventano irreversibili.
Finora per far fronte a questa condizione in cui la funzione visiva di un occhio è ridotta o assente senza che ci siano stati danni oculari organici, si procede coprendo l’occhio sano con un cerotto o applicandovi gocce che impediscono la visione.
Presto invece sarà possibile fare a meno dei fastidiosi cerotti per coprire l’occhio o dei dolorosi e sgradevoli colliri che fanno impazzire tanti bambini e genitori.
L’occhio pigro si potrà curare con occhiali elettronici a cristalli liquidi programmabili, il cui uso per l’ambliopia nei bambini è stato promosso in una sperimentazione clinica e approvato dall’organo regolatorio sui farmaci statunitense, l’FDA.
Testati presso l’Indiana University, gli occhiali digitali sono stati presentati in occasione di “AAO 2015”, il 119° Meeting Annuale della American Academy of Ophthalmology che si è tenuto recentemente a Las Vegas.
L’occhio pigro per riprendersi deve infatti lavorare e spesso al fastidioso cerotto si aggiunge anche la necessità dell’occhiale per correggere la miopia.
Gli esperti hanno sviluppato gli occhiali elettronici Amblyz che sono a cristalli liquidi e sono in grado di occludere la visione da un occhio, quello sano, a intervalli di mezzo minuto.
Il paziente li indossa e l’occhiale fa il lavoro al posto del cerotto, impedendo a intervalli regolari la visione dell’occhio sano, facendo lavorare così quello pigro e contemporaneamente correggendo anche la miopia del bambino.
Confrontati con la cura standard col cerotto, che il bambino deve indossare per alcune ore al giorno, gli occhiali si sono rivelati di pari efficacia ma meglio sopportati e accettati dal piccolo paziente.
Se non corretta per tempo infatti l’ambliopia può causare la perdita della capacità visiva di uno o di entrambi gli occhi. Ciò significa che viene meno la visione binoculare, cioè la capacità di vedere in modo tridimensionale non riuscendo più ad apprezzare la profondità e le distanze degli oggetti.
Per un genitore è molto difficile accorgersi se uno dei due occhi veda meno, soprattutto quando non è presente uno strabismo. È indispensabile, quindi, che venga effettuata una visita medica oculistica già in età pediatrica, la prima entro i tre anni. Questo perché il modo migliore per affrontare l’ambliopia è prevenirla, cioè eliminare tutte le cause che possono provocarla.
Daniela Gabriele