Ebrea triestina (come Umberto Saba, Leo Castelli, il mitico gallerista d’arte della New York anni ’40- ’80, e altri), sempre profondamente legata a quella Trieste che tra fine ‘800 e i primi decenni del ‘900 era stata uno dei fuochi della cultura mitteleuropea ( con presenze come Italo Svevo e James Joyce), e dov’era nata nel 1919, all’indomani della “Finis Austriae”, Clara Kraus Reggiani, scomparsa recentemente a Roma, è stata una delle menti piu’ lucide dell’ebraismo italiano. Segnata personalmente dalla tragedia della Shoah (il padre era morto nel ’42 nel lager di Minsk, in Bielorussia), e spinta così a riflettere sulla storia delle persecuzioni antiebraiche, Clara nel dopoguerra, laureatasi in Lettere antiche, spinta dall’allora rabbino di Trieste, Paolo Nissim, aveva iniziato lo studio del giudaismo ellenistico, e specialmente di Filone Alessandrino.
L’ intellettuale che nel 40 d. C., dopo il primo pogrom antiebraico della storia (ad Alessandria d’ Egitto, nel 38), aveva guidato un’ambasceria presso l’imperatore Caligola a Roma, perorando la causa dei suoi connazionali contro i greci d’Egitto; e che in varie opere di esegesi biblica, teologia, filosofia, aveva cercato di conciliare – precorrendo il filosofo dell’aristotelismo medioevale Maimonide -la tradizione ebraica col pensiero greco, specialmente platonico; la fedeltà a Gerusalemme con quella alla patria d’adozione, Alessandria. Per Filone, la Reggiani aveva sviluppato una vera passione, traducendo in italiano varie sue opere in greco, sconosciute fuori d’una ristretta cerchia di studiosi; e dedicandogli varie monografie (dalla prima del 1967, “Filone Alessandrino e un’ora tragica della storia ebraica”, centrata – nell’anno della “Guerra dei sei giorni” contro l’Egitto di Nasser e i suoi alleati – appunto sul suo resoconto del pogrom di Alessandria del 38, all’ultima del 1987, “Filone di Alessandria,la filosofia mosaica”, Milano, Rusconi). Nella sua ultima opera, “Storia della letteratura giudaico-ellenistica” (Milano, Mimesis, 2008), Clara avrebbe riassunto sessant’anni di ricerche, lasciando preziose indicazioni metodologiche.
Padrona di 8 lingue (che parlava correntemente), docente prima nei Licei, poi alla “Sapienza” di Roma, la Reggiani vi aveva istituito la cattedra di Letteratura giudaico-ellenistica: divenendone titolare e insegnando a studenti di piu’ generazioni. Accademica dei Lincei, abilitata all’insegnamento anche di Lingua e letteratura tedesca, collaboratrice dell’ Enciclopedia italiana, aveva pubblicato ricerche anche sulla storia politico-sociale dell’ebraismo ellenistico: come “I 4 Maccabei”, appassionata ricostruzione della resistenza ebraica, guidata dai leggendari fratelli,quasi dei fratelli Cervi dell’antichità,contro il tiranno ellenistico Antioco IV Epifane (Genova, Marietti, 1992), e su Dante e Petrarca. La sua scomparsa ha addolorato quanti han potuto conoscerla direttamente, apprezzandone le forti doti umane e professionali.
di Fabrizio Federici