Negli ultimi anni si sta incrementando sempre più un cambiamento radicale nelle modalità in cui i cittadini italiani ed europei si rapportano agli istituti bancari. Basti pensare che nel periodo di riferimento che va dal 2010 al 2014, le filiali bancarie degli istituti europei appartenenti alla zona euro sono diminuite del 13%. Per quello che riguarda il nostro paese, nei primi 9 mesi del 2015, il numero delle operazioni finanziarie effettuate attraverso dispositivi mobili ha fatto registrare un aumento del 29% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo a dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, che negli ultimi anni l’home banking, ovvero la pratica che prevede l’adempimento delle operazioni bancarie senza che ci sia bisogno di recarsi fisicamente in una filiale, sta prendendo piede sempre di più. Il cliente si reca meno frequentemente in banca, perché preferisce eseguire operazioni da casa o con un terminale portatile, senza limiti di spazio e di tempo. Le ragioni che hanno portato a questa svolta nelle abitudini finanziare dei cittadini sono molteplici e facilmente intuibili, fra tutte la comodità di poter fare bonifici ed operazioni similari comodamente stando seduti in casa, davanti allo schermo del proprio smartphone o del computer, evitando, nella maggior parte dei casi, file ed attese. Il Prof. Gian Maria Gros Pietro, presidente del Consiglio di Intesa San Paolo, parlerà proprio di questo e degli sviluppi futuri che, presumibilmente, proseguiranno sempre più su questa onda, nella conferenza su “Digitalizzazione, innovazione e relazione, il nuovo ruolo delle banche per un nuovo modello di sviluppo” che si terrà domani 15 gennaio alle ore 11 ai Lincei, in via della Lungara 10, a Roma. Tuttavia si parlerà anche di come queste nuove tendenze digitali non porteranno alla messa da parte delle filiali, dove il cliente cerca servizi di più alto livello, ma piuttosto di come questi due modelli debbano essere sviluppati parallelamente, in maniera complementare, rendendo l’esperienza del cliente il più fruibile possibile, andando incontro ad ogni sua esigenza. In pratica le banche dovranno adattarsi al nuovo modello di sviluppo, con un occhio al digitale ed un altro alla tradizione. Nel caso delle imprese, la banca dovrà essere in grado di aiutarle a realizzare le loro innovazioni, nel caso delle famiglie, una missione delle banche dovrà essere quella di aumentarne il grado di educazione finanziaria, per metterle in grado di valutare con maggiore autonomia le proprie convenienze. In questo periodo di grande espansione dell’esperienza digitale, è normale assistere ad un adeguamento a tale evoluzione anche di istituzioni da sempre ritenute “tradizionaliste” come possono essere, appunto, gli istituti di credito. Finalmente anche in Italia si sta assistendo ad un allineamento – francamente obbligatorio – a quella che già da diversi anni è la direzione intrapresa dalla maggior parte d’Europa. I risultati finora sono molto incoraggianti e, ad oggi, sono davvero poche le operazioni che non possono essere effettuate da remoto. Anche quella porzione di popolazione che, in linea generale, potrebbe essere vista come più restia a cambiare le proprie abitudini, sta pian piano educandosi a quello che sarà, senza ombra di dubbio, il futuro. Tradizione ed innovazione a braccetto, dunque, per un modello di sviluppo che possa garantire la stessa efficienza dei servizi con una comodità sempre maggiore, coinvolgendo tutta la popolazione.
Andrea Ardone