Ieri alla Casa del cinema a Roma un flusso interminabile di personaggi dello spettacolo, politici ed amici , tra questi : il Presidente Mattarella, l’amico Paolo Virzì, Vittorio Taviani, Walter Veltroni, Bernardo Bertolucci, Giuliano Montaldo,Carlo Verdone , Aurelio De Laurenti , Sophia Loren, Stefania Sandrelli, hanno reso omaggio al grande regista e sceneggiatore scomparso.
Durante la cerimonia laica, voluta dal maestro stesso come una festa, alcuni amici e colleghi registi di Scola hanno voluto dargli un saluto di commiato. Queste le parole di Felice Laudadio: « Qui alla casa del cinema Ettore è stato festeggiato per i settant’anni e per gli ottanta e ora per l’addio a Ettore, che ha voluto fosse una sorta di occasione per incontrarsi e festeggiare l’addio, appunto. Abbiamo avuto la possibilità di assistere a una straordinaria manifestazione di affetto per Ettore, la città, le istituzioni hanno reso un saluto.», mentre Carlo Verdone lo ha ricordato così : « Io penso che questo pomeriggio sia quello che Ettore avrebbe voluto, amici e tanti spettatori. Scola non è stato solo un grande artista ma anche una persona perbene che ha messo l’umanità al centro delle sue pellicole. Tutti, anche io, gli dobbiamo qualcosa: ci ha indicato la strada e come percorrerla. Ha fatto film importanti, raccontato miserie, lati buffi, mitomania, critica di costume e sociale. Ma l’umanità era sempre al centro dei suoi film. E poi, se permettete ha avuto un occhio particolare verso questa città. Chi capisce meglio Roma spesso è chi non vi è nato, Fellini e altri. Lui da Avellino si è incantato e ha raccontato le miserie di questa città ma con poesia. Ci mancherà ma dobbiamo essere felici di averlo avuto nel cinema che resterà un punto di riferimento. Ha fatto conoscere la commedia italiana all’estero con rispetto, cosa difficile oggi, lo dobbiamo a lui, Monicelli, Germi e tanti altri. Grazie Ettore per quel che ci hai dato e cercheremo di seguire la strada che ci hai indicato».
Il maestro Giuliano Montaldo gli ha invece dedicato queste parole: « Io ho capito una cosa, che Ettore è l’ultimo re di Roma perchè l’amore, la passione, la riconoscenza che ho visto qui per il suo talento è straordinario. Ci eravamo sentiti martedì. Mi dice A Giulia’ ma è vero che vuoi fare l’attore? Ma perché?”. “Ma sei un cane, te lo diceva sempre tua moglie, me lo ricordo. Ma chi te lo ha fatto fa’? Sei fanatico”. Da allora ho pensato che se anch’io fossi destinato in quel posto di quelli che ci hanno provato, quelli che hanno tentato di raccontare come eravamo per capire chi siamo, io vorrei una nuvoletta vicino a lui. Un po’ più sotto, e ogni tanto andarlo a trovare. Lui è sulla nuvola grande con Age, Scarpelli, Maccari, tutti a litigare come prima. Sceneggiavano a casa di Age. “Ma te fa’ ride questo?”. Si sentivano urla e dietro la vetrata opaca litigavano e sceneggiavano: “Ti do un cazzotto”. Un tizio porta un pacco, apre il figlio di Age, si sentono le urla, si vedono dalla vetrata i pugni alzati. “Ma che stanno a fa’?” chiede il tizio e il figlio: “Lavorano”. Quello butta il pacco e se n’è scappato. Queste persone non ci mancheranno, staranno sempre con noi»; Giuseppe Tornatore ha detto invece: « Malgrado le raccomandazioni di Ettore di fare una festa e di essere divertenti, questo tipo di situazioni non piacevano a Ettore. Io ho assistito a suoi interventi per la scomparsa di colleghi e amici, non gli piaceva. Poi riusciva a dissimulare l’insofferenza con le sue annotazioni comiche e intelligenti che piacevano a tutti. Sono d’accordo con Carlo Verdone, dietro questa parvenza di cinismo, divertentissimo e mai fine a se stesso, si celava dolcezza e generosità rara. Trent’anni fa quando l’ho conosciuto la prima volta a un premio io andai da lui come se lo conoscessi da una vita, avevo visto tutti i suoi film, lui non sapeva chi fossi io e invece fu gentilissimo, legammo immediatamente e ci siamo sempre sentiti. Anche quando ho avuto difficoltà a capire certi fatti lui era sempre disponibile e aperto. Resta la raccomandazione di essere divertenti, ma allora i testi ce li avrebbe dovuti scrivere Ettore. Ho cercato un’idea, ho pensato ad una conversazione mistica o cine-mistica tra lui e Fellini accaduta dopo C’eravamo tanto amati. Ettore mostra il film a Fellini che vi aveva preso parte e alla fine si avvicina per capire il sentimento e Federico dice il film è bellissimo, ma Ettore sente che non dice nulla: cosa non ti piace? Nella sequenza in cui Gassman e la Sandrelli vanno da Manfredi per dire che si amano in quella sequenza inquadrata dall’alto: non si fa. “Come non si fa”, “Perché?”, “Perché quello è il punto di vista di Dio: tu sei credente?” “No”, “e allora chi te lo fa fare di metterti nella posizione di Dio?”. Ettore si mise a ridere e disse: “Non lo farò più. Da quel film in poi credo che, a eccezione che non fosse necessario, lui non ha mai più fatto inquadrature dall’alto. Ora però non so lassù come si metteranno, ma credo stavolta dovrà abbozzare Federico».
Con Ettore Scola scompare un’icona del cinema italiano, un grande maestro ed un regista di fama internazionale che ha realizzato e diretto capolavori come C’eravamo tanto amati nel 1974; Brutti, sporchi e cattivi nel 1976 – una grottesca commedia di miseria e povertà con Nino Manfredi; Una giornata particolare nel 1977 con Marcello Mastroianni e Sophia Loren, la Terrazza nel 1980. Nel 1982 in Il nuovo mondo – affronta il tema della rivoluzione francese , mentre nel 1987 con la commedia La famiglia con Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant – ripercorre 80 anni di storia. Nel 1998 sempre con Vittorio Gasmann , la Ardant e la Sandrelli, dirige la Cena ; nel 2003 Gente di Roma , mentre nel 2013 , inaspettatamente, partecipa fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con il documentario Che strano chiamarsi Federico, dedicato al grande collega e maestro Federico Fellini, scomparso 20 anni prima.
Nel corso della sua carriera ha avuto numerosi riconoscimenti tra i quali: sei David di Donatello, quattro nominations al Premio Oscar per il miglior film straniero con: Una giornata particolare nel 1977, I nuovi mostri nel 1988, Ballando Ballando nel 1983, e nel 1987 con La famiglia.
Diamo un addio a Scola con le parole della moglie Giuliana durante il funerale: « Vi ringrazio tutti….[…]..facciamo un brindisi, tutti quanti, a Ettore.»
di Daniela Paties Montagner