«Questo libro mi riappacifica con la narrativa. Un romanzo notevole
per la memoria del grande artista, che non ebbe la fama meritata».
Maria Luisa Spaziani
«L’intreccio è di una sapienza rara: scorre fluido pur trattando di fatti tremendi.
La Neri intesse un mosaico sugli equivoci dovuti a rovinose passioni,
in grado di commuovere con eleganza,
senza un grammo di volgarità».
A concludere la grande mostra monografica che esalta il nome di Balthus, arriva a Roma una delle scrittrici sarde che già in tempi non sospetti tentava di restituirgli il giusto spessore simbolico, oltre che artistico.
Valentina Neri ha pubblicato Le donne di Balthus (Arkadia) per ciò che le hanno trasmesso le opere del maestro Balthasar Klossowski de Rola (1908-2001) e, a quindici anni dalla sua scomparsa, è stato ristampato in suo tributo. Perciò, venerdì 29 gennaio, alle ore 18, sarà ospite della libreria Ibs+Libraccio (via Nazionale 254/255), dove dialogherà del romanzo insieme al critico Filippo La Porta.
Il libro, che per ricchezza stilistica supera i confini del genere giallo, s’incastona su una delle opere manifesto dell’esposizione alle Scuderie del Quirinale, sulla potenza espressiva de La Chambre (1952-54, olio su tela), che svela la sua composizione pagina dopo pagina, illuminando il mistero sul quale si fonda la trama. Un’oscurità necessaria per ritrovare la luce, non a caso com’è per le donne dipinte da Balthus, per la tensione dei loro sguardi proiettati oltre l’incertezza di una finestra chiusa. Il tessuto del racconto acquista rapidamente slancio, quasi si trattasse di una serie di pennellate sulla tela. Le domande a cui è condotto il lettore dalla penna acuta dell’autrice affiorano rapidamente, grazie a una narrazione buia e contorta, ma solo in apparenza. Proseguendo lo stile della Neri si dimostra scorrevole e incalzante, i colpi di scena inaspettati e i nodi vengono all’improvviso al pettine dei lunghi capelli di Selene, l’ammaliante protagonista, che finiranno per sbrigliarsi con naturalezza.
È intensa la passione dell’autrice per la storia dell’arte, spaziando da Parmigianino all’entroterra naif a cui ella stessa è radicata; infatti nel frangente in cui Selene si trova di fronte a un quadro, tutto intorno a lei si ferma. Valentina Neri esce dal corso del tempo a suo piacimento e, attraverso vivide descrizioni, trasporta chi legge nel suo immaginario emotivo. La poetica di Balthus emerge tra la sua produzione e la sua vita privata in maniera puntuale, dentro le lettere del fratello Pierre, uno dei suoi critici più acuti. Avere tra le mani Le donne di Balthus prima di entrare in mostra consente di calarsi profondamente nel linguaggio dell’artista. E quasi a prevederlo fu Maria Luisa Spaziani, che volle presentarlo alla Fiera della Piccola e Media Editoria nel dicembre ’13, a una delle sue ultime apparizioni pubbliche. La poetessa romana d’adozione conobbe di persona il maestro parigino mentre frequentava l’Accademia di Villa Medici.
di Alberto Fuschi