Parte a febbraio dal Cotton Club di Roma il “Roots Interchange European Live Tour” che vedrà impegnato il chitrarrista e compositore Jazz, Alessandro Florio, nella presentazione del suo nuovo album realizzato con due tra i più importanti e quotati musicisti della scena jazzistica internazionale: Pat Bianchi all’hammond e Carmen Intorre alla batteria, quest’ultimo fulcro della rhythm section di George Benson e di Joey Defrancesco, ed entrambi musicisti del trio di Pat Martino, leggenda della chitarra jazz.
Il tour che toccherà Italia e Belgio, farà tappa in alcuni tra i più importanti jazz club e vedrà il chitarrista Alessandro Florio accompagnato da due formazioni: si parte dal Cotton Club di Roma il prossimo giovedì 11 febbraio con il trio americano completato da Pat Bianchi all’hammond e Carmen Intorre alla batteria, per proseguire venerdì 12 al D’Ascoli Jazz Club di Pontecagnano (SA), sabato 13 al Gregory’s Jazz Club di Roma e concludere il giro italiano domenica 14 febbraio all’ Alhambra Jazz di Formia. Il tour proseguirà poi in Belgio con il trio italiano, che vedrà al fianco di Alessandro Florio, Alessio Busanca all’hammond e Armando Luongo alla batteria, in tre appuntamenti: venerdì 26 febbraio ad Hasselt, sabato 27 a L’ Aquilone Asbl a Liegi e domenica 28 febbraio in concerto ad Anversa.
Per Florio quindi si preannuncia un inizio di 2016 ricco di impegni e di soddisfazioni e che fa seguito ad un 2015, segnato dalla pubblicazione di ‘Roots Interchange’, album che ha riscosso un notevole successo di pubblico e critica e che lo ha visto protagonista di una intensa attività ‘live’ da New York ad Atene. Florio è stato anche direttore artistico di un noto locale Milanese e della rassegna “Amalfi in jazz” che ha fatto il “tutto esaurito” per tutti i sei eventi svoltisi a cavallo tra luglio e agosto.
‘Roots Interchange’ il cd
Per Alessandro Florio la genesi di questo album è riassunta in un viaggio, prima verso il Nord Europa e poi verso gli USA alla ricerca delle “radici” (Roots) del jazz, del soul e del blues. Conosciuti e coinvolti i due famosi jazzisti italo-americani Pat Bianchi e Carmen Intorre, il viaggio diventa uno “scambio” (interchange) culturale e musicale; e per i due anche un ritorno alle loro “radici” italiane. Nasce così l’idea di “Roots Interchange” un incontro tra la migliore tradizione jazzistica americana e la cultura mediterranea ed europea di concezione melodica. «Un grande disco – come sostiene Freddie Bryant (chitarrista, compositore, professore associate al Berklee College) nelle note di copertina – nell’accezione più classica del termine: un album di melodie con contrasti di stili e di groove differenti tra loro che coinvolgono l’ascoltatore dall’inizio sino alla fine. Suonato da una sezione ritmica stellare, si rifà alla tradizione degli organ trio con tanto di Boogaloo, blues e ballads».
L’album “Roots Interchange” è composto da sette tracce, per lo più brani originali firmati dallo stesso Alessandro Florio, ad esaltare il groove dell’hammond trio (“Feel Good Music”, “Il Dottor Thomas Non è In Sede”, “V”, “Ring Shout” e “Lo Zio del Mare”); e brani di Thelonious Monk: “In Walked Bud” e “Straight, No Chaser” che vede la partecipazione straordinaria di Gegè Telesforo. Il cantante pugliese ha abbracciato il progetto con grande entusiasmo e ha realizzato una versione inedita con un “testo che sembra sia stato registrato solo una volta precedentemente nella storia del jazz…”, come afferma scherzosamente lo stesso Gegè Telesforo. «Sono sempre stato un fan di Gege’ – afferma Alessandro Florio –, del suo carisma, del suo modo di cantare e della sua missione nel far capire, agli Italiani in special modo, l’importanza del Groove e del movimento nel Jazz, che è una musica che deve far ballare e ti deve entrare nello stomaco e non intellettuale e cerebrale. – e conclude – Se Gegè ha collaborato al mio disco lo devo ad Alberto Gurrisi (pianista e organista hammond ndr.) che mi ha spinto a chiamare Telesforo. Questa collaborazione oltre ad essere un vero piacere è stato un grande onore».
“Roots Interchange” è dedicato alla comunità italiana ed italoamericana nell’intento di rivendicare e non trascurare il ruolo chiave nella storia e nell’evoluzione del Jazz.
“Roots Interchange” il nuovo album soul jazz firmato dal chitarrista e compositore jazz Alessandro Florio con Pat Bianchi all’hammond e Carmen Intorre alla batteria, è disponibile sulle principali piattaforme digitali (iTunes, Amazon, CdBaby, etc.) è prenotabile anche nel classico formato in digipack tramite il sito internet ufficiale dello stesso Florio (www.alessandroflorio.com).
BIO
Dopo essersi diplomato diciannovenne alla “Civica Scuola di Jazz” di Milano dove ha studiato tra gli altri con Franco Cerri ed Enrico Intra, Alessandro Florio ha presto intrapreso l’attività concertistica in Italia esibendosi per un breve periodo col Guitar Ensemble di Franco Cerri e per quattro anni con l’Urban Jazz Trio, formazioni basate su repertori di brani originali. Trasferitosi in Olanda nel 2008 per studiare al Prins Claus Conservatorium (prestigioso conservatorio musicale jazz con corpo docente americano) dove ha ottenuto una laurea in chitarra, arrangiamento e composizione ha poi conseguito un Master in Jazz Performance studiando tra l’Olanda e New York sotto la guida di Freddie Bryant, Mark Whitfield, Paul Bollenback, Ed Cherry, Frank Wingold. Nello stesso periodo ha avuto occasione di collaborare ed esibirsi in Europa e negli USA con musicisti straordinari, tra questi Alex Sipiagin, Mark Gross, David Berkman, Gene Jackson, Don Braden, Pat Bianchi, Carmen Intorre, Bruce Williams, Jerry Weldon e molti altri. Si è esibito, sia in qualità di leader sia di sideman, in USA, Olanda, Germania, Austria, Lettonia, Estonia, Lituania, Romania, Svizzera e Indonesia. Attualmente Alessandro Florio ha all’attivo tre formazioni, il trio completato dagli americani Pat Bianchi all’organo hammond e Carmen Intorre alla batteria, un trio “gemello” con artisti italiani e il duo con il contrabbassista Mattia Magatelli con il quale ha realizzato l’album “Taneda”, pubblicato nel 2014.
Pat Bianchi è conosciuto per essere un vero e proprio fenomeno dell’organo hammond. Frequenti sono i suoi tour in diverse formazioni, dal più tradizionale hammon trio a quelle progressive e fusion, facendo di lui uno dei più versatili musicisti di Hammond B-3 sulla scena americana attuale. La lista dei mostri sacri con cui ha suonato è lunghissima e include: George Coleman, Lewis Nash, Houston Person, Lou Donaldson, Ralph Peterson, Eric Alexander, Tim Warfield, Terell Stafford, Mark Whitfield, Ed Cherry, Gary Thomas, Harvey Mason, Eric Marienthal, Dave Stryker, Chuck Loeb, Christian McBride, Vincent Herring, Kenny Washington, Paul Bollenback, Sean Jones, Richie Cole, Wayne Escoffery, Javon Jackson, Winard Harper, Plas Johnson… solo per citarne alcuni…
Carmen InTorre è diplomato alla Juilliard School, prestigioso Istituto per lo studio del jazz. Il suo stile è espressivo, appassionato, profondo e fluido, con un’intensità e un groove coinvolgente. Ha suonato con nomi del calibro di George Benson, Wynton Marsalis, Monty Alexander, Bobby Watson, Larry Coryell, Eric Alexander, Benny Golson, David “Fathead” Newman e molti altri. Intorre è costantemente in tour con Pat Bianchi vera e propria leggenda della chitarra jazz. Intorre nel 2011 è stato tra i candidati ai Grammy, con l’organista Joey DeFrancesco, per l’album “Never Can Say Goodbye: The Music of Michael Jackson”.
di Alberto Fuschi