In omaggio al grande pittore francese Paul Gauguin, Mudec Milano, il Museo delle Culture, ospita dallo scorso ottobre 2015 sino al 21 febbraio 2016, alcuni capolavori dell’artista con la mostra “Gauguin. Racconti del paradiso”, curata da Line Clausen Pedersen e Flemming Friborg, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore in collaborazione con Ny Carlsberg Glyptotek, promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura.
L’esposizione mette in mostra circa 70 opere dell’artista, quadri e sculture e una documentazione fotografica dei diversi luoghi visitati dall’artista con un percorso articolato in 4 sezioni: “Le visioni di Gauguin e il concetto di primitivo” (coi suoi lavori dal 1876 al 1892 ca.), “I viaggi di Gauguin, reali e immaginari”, che vede esposti alcuni lavori fondamentali realizzati durante i viaggi in Bretagna (1886‐1888), Danimarca (1884‐85), a Parigi e ad Arles (1888‐89), “I dipinti di Gauguin: tecnica e visione”, due opere Veliero alla luce della luna del 1878 e Donne tahitiane sdraiate del 1894, che evidenziano l’evoluzione tecnica dell’arte di Gauguin dagli esordi agli anni della maturità artistica e in conclusione una sezione dedicata al concetto “Il primitivo come credo artistico” nella quale viene esplorata l’intersezione tra mito, fantasia, sogno e realtà nelle opere di Paul Gauguin, con focus sui temi fondamentali ricorrenti nella sua arte in diversi periodi, stili e luoghi. La Polinesia soddisfò -senza ombra di dubbio- le aspirazioni di Gauguin portandolo a dipingere soggetti esotici, ma la sua visione del “paradiso” fu uno degli elementi che impiegò come potente “mezzo” per creare la sua arte, per fuggire il disagio dalla realtà del mondo moderno e civilizzato della vecchia Europa, ed estremizzare il suo primitivismo arcaico. Non a caso, nel Quaderno dedicato alla figlia Aline, Haiti 1893, Gauguin scrive: «Troverete sempre latte materno nelle arti primitive. In quelle delle civiltà giunte a piena maturazione, ne dubito».
Per ulteriori informazioni: www.mudec.it/ita/gauguin
di Daniela Paties Montagner