Roma, 14 febbraio, grandi applausi per l’ultima replica del “Don Giovanni” tradotto e adattato da Tommaso Mattei, magistralmente rappresentato dall’ eclettico attore partenopeo Alessandro Preziosi, con la partecipazione di Nando Paone. La prima rappresentazione e’ stata l’ incipit di un grande successo. File al botteghino, serali e pomeridiane sold out, platea emozionata, attenzione mediatica in ascesa, critica entusiasta.
Se, come si dice, anche l’ occhio vuole la sua parte, allora, in un “grande” allestimento, ogni singolo dettaglio và curato a regola d’arte ed è ciò che Alessandro, attore e regista di sé stesso, attua con superba maestria; non lasciando nulla al caso, caricandosi lo spettacolo sulle spalle, modulando con assoluta padronanza i lunghi monologhi e assumendo un portamento perfetto, fiero ed elegante.
” Don Giovanni ” e’ una commedia dal finale tragico, originale, bizzarra, molto Shakespeariana, realizzata pe la prima volta al “Palais Royal ” il 15 febbraio del 1665 . L’ opera narra la dissolutezza di un uomo, dall’ ego smisurato, ricercatore del piacere, che rifugge l’ ipocrisia del fingere sentimenti ed emozioni, nell’ istante in cui non si provano piu’.
Lo stesso Moliere, non avrebbe potuto inscenare meglio un tal seduttore, ateo, beffardo, razionale, ritroso alla pietà e al pentimento. Nulla lo ferma, tutto dissacra; vittima della sua stessa autenticità, pur di non venir meno al suo essere scellerato , come ha condotto la vita, così và incontro alla morte: senza esitazioni, spavaldo, irriverente, coerente con la sua filosofia libertina di rifiuto della misericordia divina .
Lo spettacolo, e’ proprio il caso di sottolinearlo , grazie ad una serie di “preziosismi” talentuosi, risulta essere una chiave di lettura fedele all’ originale con un innovativa rappresentazione scenografica.
Uno sfondo virtuale tecnologico porta lo spettatore nell’ ambiente che vuole la storia, fluidificando la trama e l’ azione scenica degli attori. La sinergia tra luci e costumi e’ unica. Questi ultimi ,impeccabilmente d’ epoca, sono di color pastello, tenui nelle prime scene per poi graduare sempre di piu’ verso toni cupi, creando una raffinatezza visiva che sottolinea l’ inesorabile discesa agli inferi dell’ impenitente nobile.
Un plauso va’ alla maestria di tutti: da Nando Paone, che interpreta “Sganarello”, a “Donna Elvira” Lucrezia Guidone, “Gusman” Roberto Manzi, “Don Carlos” Matteo Guma, “Don Alonso” Roberto Manzi, “Francisco” Daniele Paoloni, “Carlotta” Maria Celeste Sellitto, “Maturina” Daniela Vitale, “Pierino” Daniele Paoloni, “Violetta” Daniela Vitale, “Ragotin” Matteo Guma, “Il Signor Domenica” Roberto Manzo, “Ramon” Matteo Guma, “uno spettro” Maria Celeste Sellitto.
Insomma, a questo punto, i migliori complimenti sono doverosi, aggiungendo un particolare appellativo all’ artefice di tutto cio’, e cioè, Alessandro …….”il grande”. Francesca Palumbo