Roma, 2 marzo
Mentre il Parlamento si interroga e si annoda, senza trovare un accordo, intorno alle adozioni e a una loro forma normativa, la giurisprudenza continua a fare il suo corso: il Tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto altre due adozioni “in casi particolari” a favore di due minori aventi due mamme.
L’avvocata Francesca Quarato, socia di Rete Lenford e componente del gruppo legale di Famiglie Arcobaleno esprime soddisfazione affermando: «Questo nuovo ulteriore provvedimento, che resta nella scia delle già note sentenze, ha una peculiarità rispetto alle precedenti: le minori in favore delle quali è stata riconosciuta l’adozione sono, infatti, nate ciascuna da una delle due donne della coppia. In questo modo ognuna ha un genitore biologico ed un genitore sociale, entrambi con piena e pari capacità e responsabilità genitoriale».
Anche in questo caso, il Tribunale per i minorenni di Roma ha sentenziato esclusivamente per l’interesse delle minori affinché venisse riconosciuto e tutelato il rapporto genitoriale che ciascuna ha con la madre sociale, rapporto che dunque si affianca – senza sostituirlo – a quello con la madre biologica, arricchendo la sfera delle relazioni delle bambine.
L’adozione “incrociata” accordata a ciascuna partner della coppia rispetto alla figlia biologica dell’altra assume, dunque, un significato particolare, valorizzando l’intreccio dei rapporti genitoriali e dei legami familiari biologici e sociali con un riconoscimento giuridico. Il Tribunale, in tal senso, ha stabilito che le bambine abbiano lo stesso cognome.
Maria Grazia Sangalli, presidente di Rete Lenford e Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno, sono entusiaste del risultato ed esprimono i loro ringraziamenti all’avvocato Francesca Quarato per l’impegno profuso nel percorso giudiziario, che ha contribuito a dare un valore in più al riconoscimento della parità di diritti e doveri della omogenitorialità.
Maria Grazia Sangalli, presidente di Rete Lenford ha precisato: «Attualmente, in mancanza di una normativa sull’adozione da parte delle coppie formate da persone dello stesso sesso, il percorso per giungere all’adozione da parte di queste coppie è possibile solo interpretando la normativa in vigore in senso ampio ed evolutivo. In ogni caso, la forma di adozione oggetto di tali sentenze, rimane quella ex art. 44 lett. d), ovvero le cosiddette adozioni “in casi particolari”, che conferisce al minore minori garanzie rispetto al riconoscimento di una genitorialità piena e legittimante.
In questo caso le minori non acquisteranno la parentela con le famiglie delle adottanti e non saranno sorelle tra di loro. Purtroppo il legislatore non contribuisce all’opera di adeguamento delle corti al diritto vivente con l’emanare norme che tengano conto della realtà, come è successo recentemente in Senato con lo stralcio dell’articolo 5 che si limitava ad estendere alle coppie dello stesso sesso la possibilità di adottare il figlio del partner, come già possibile per le coppie etero».
Marilena Grassadonia aggiunge: «Bisognerebbe semplicemente guardare il mondo con gli occhi dei bambini per capire che tutelarli nei loro affetti è l’unica strada da percorrere per garantire loro una vita più serena».
di Donatella De Stefano