Di Alberto Zei
L’eco ancora avvertibile. Le spiegazioni delle incongruenze che hanno accompagnato la storia di queste fantomatiche particelle – neutrini – è costellata di affermazioni e di smentite. Ciò in quanto le contraddizioni sulle caratteristiche dei neutrini sembrano bene attagliarsi alla natura del particolarmente piccolo. In tal caso l’”intanglement” di stati sovrapposti di differente natura potrebbe rivelarsi al momento dell’osservazione. L’ipotesi dell’ intanglement dei neutrini, così come si vedrà in seguito, troverà un altra condizione in cui questi manifestano la loro mutevole natura.
Per tale ragione potrebbero però essere valide le contraddizioni che questo tipo di ricerca non riesce a lasciarsi alle spalle. Sarebbe infatti, ancora possibile conferire paradossalmente il medesimo riconoscimento premiale a chi riuscirà a dimostrare con il supporto dell’osservazione e delle relative spiegazioni teoriche-matematiche, che i neutrini in certe condizioni, come quelle del loro trasferimento, sono particelle che risultano prive di massa. L’ inverso di questa situazione sussisterebbe in tal caso, per i neutrini all’interno della materia condensata. Forse l’unica certezza che tuttavia viene adombrata con il “forse”è che i neutrini durante il loro trasferimento non possono assumere una velocità superluminale in quanto tale condizione violerebbe i presupposti su cui si fonda la conoscenza della fisica attuale. Si tratta di particelle apparentemente insignificanti per la loro minima interazione con
La massa dei neutrini – Lo studio del decadimento di un neutrone in un protone che prevede la generazione di un elettrone non rispettava il principio di conservazione dell’energia per mancanza ancora di qualcosa. Fu allora che Pauli suggerì che doveva aggiungersi nell’equazione una particella, mancante nel bilancio energetico. Così, Enrico Fermi riflettendo sull’equazione, chiamò questa nuova arrivata: “neutrino”, (antineutrino elettronico, nel caso do specie) introducendolo nel calcolo con la lettera greca “ν” in modo da pareggiare i conti energetici. Questo approccio fu sottoposto a moltissime critiche e a molti tentativi di misura delle proprietà della nuova particella che stante la sua sconosciuta interazione con la materia, poteva assumere pratico significato attraverso solo la sua eventuale “massa”. Ma la maggiore difficoltà era ed è stata proprio quella di misurarla. Sin dalla metà dell’altro secolo, i risultati teorici offerti alla conoscenza, anche da parte dei nostri connazionali Majorana, Pontecorvo e Fermi, hanno costituito decisivi passi verso la comprensione dei neutrini.
La materia, e in special modo con quella vivente. Di fatto i neutrini possono penetrare la materia vivente, per miliardi e miliardi di volte in un secondo, così come avviene, senza lasciare alcun danno né traccia del loro passaggio. Tuttavia queste minuscole particelle, se da un lato non rivelano appieno la loro natura, dall’altro fanno comprendere ciò che diversamente sarebbe impossibile conoscere circa le relazioni nucleari che si innescano all’interno del sole e per estensione, anche delle altre stelle a una profondità considerevole dalla superficie. Infatti, gli sciami di neutrini che fuoriescono dal profondo del nostro astro consentono di dedurre la tipologia delle reazioni nucleari che si verificano all’interno dei corpi stellari.
I successi precedenti – on sembri però, questa enorme mancanza di influenza sulla materia, una esagerazione, in quanto i neutrini provenienti dal sole e dallo spazio, percorrono da una parte all’altra la Terra, transitando all’ interno della materia che in rapporto alla loro piccolezza, appare costituita da enormi maglie (a loro volta fatte da altre maglie alla stessa maniera). Queste particelle sono così minute da attraversare senza perdersi all’interno, non solo del nostro pianeta ma delle stelle e delle galassie (qualche estrema eccezione è pur sempre ammessa) .I grandi sforzi tecnologici compiuti dai laboratori più sofisticati e più prestigiosi del mondo, tra cui LNGS, nelle viscere del Gran Sasso d’Italia, hanno ottenuto modesti successi per l’intercettazione di queste sfuggenti particelle, finora con risultati più teorici che pratici. Ma dopo le altalenanti precisazioni da parte di illustri teorici di fisica quantistica, se queste minutissime entità siano o non siano composte di materia, ora il conferimento del Nobel 2015 ai due ricercatori viene motivato dal fatto di averne finalmente accertato la massa. L’esperimento cruciale per la sua definizione deve però, essere ancora compiuto, e sembra che il Laboratorio del Gran Sasso sia molto avanti in questa direzione all’”ultimo stato dell’arte”.
La famiglia dei leptoni – Sono qui tracciate alcune sfaccettature di questo fantomatico frammento particellare misterioso e fascinoso che come la “primula rossa” tutti sanno che c’è ma nessuno sa dov’è. Per quanto riguarda la pratica rilevanza dei neutrini, nel parco delle particelle non sembra al momento essercene più di tanta, in quanto la “polvere di stelle”, si fa per dire, percepita con la loro presenza non sembra avere alcuna proprietà autonoma. Anche il mutamento di “sapore” durante il percorso dei neutrini non è dovuto a una loro autonomia ma all’ entanglement con i partner maggiori della stessa famiglia. La famiglia dei leptoni allargata, com’è noto, è composta da elettroni e neutrini nella materia e di antielettroni e antineutrini nell’antimateria. Di questi ne esistono tre tipologie tra loro correlate, cosi come sono correlati tra loro i membri di una famiglia. Infatti, all’elettrone, al muone e al tauone con massa progressivamente crescente, fanno capo i rispettivi neutrini che prendono l’attributo di elettronico, muonico e tauonico. La medesima cosa avviene in maniera simmetrica, nell’antimateria.
Parlando di soli neutrini, per non appesantire il concetto con gli antineutrini e l’antimateria, va detto che già dalla metà del secolo scorso è stato ipotizzato, matematicamente formulato e poi accettato da una parte dei fisici che non si trattava di tre entità differenti ma che queste erano espressione diversa di un unico e più stabile neutrino elettronico. Tutto ciò il nostro Pontecorvo lo aveva già appurato negli anni 50 del secolo scorso. Solo che per ragioni soprattutto politiche, la rivelazione di tale ipotesi, era stata pubblicata in russo. La ricerca teorica e le sperimentazioni fatte da Pontecorvo non si avvalevano certo dei poderosi mezzi come quelli rappresentati dai potentissimi e mastodontici rivelatori del _Gransasso in Italia o del Superkamikande in Giappone, eppure la valenza di questo scienziato, più o meno misteriosamente scomparso, aveva superato con la teoria, l’ efficacia dei nuovi mezzi di indagine sperimentale del terzo millennio. Per tali ragioni, l’ oscillazione di “sapore” che solo adesso sembra essere stata scoperta, non potrà acquistare con il conferimento del premio Nobel, una nuova “verginità” scientifica.
“Entanglòerment”– D’altra parte, la oscillazione di sapore dei neutrini ad esempio, da elettronici a muonici, provenienti dalle interazioni deboli del sole, avvengono negli alti strati della atmosfera in quanto i corrispondenti elettroni con i quali risultano “entangled” (correlati anche a distanza: si veda la teoria dell’entanglement) mutano con lo stesso ritmo durante l’attraversamento della atmosfera verso la Terra. Quindi non sono i neutrini, anche a causa della pressoché impossibile interazione con la materia di ben altra densità, a interagire con l’atmosfera e per di più, rarefatta; sono invece gli elettroni “entangled” a innescare l’oscillazione dei neutrini. Questi infatti determinano con la loro, quella dei neutrini che percorrono lo spazio in stato di sovrapposizione di sapore; sapore che poi assumono per l’ effetto dell’”entanglement” con i corrispondenti elettroni .
Fine della prima parte
Allo stato delle cose è stato completamente utilizzato lo spazio gentilmente messo a disposizione da PaeseRoma.it . I commenti sulle attuali dichiarazioni della “rivelazione” della massa che i neutrini possederebbero saranno pertanto, oggetto di prossima pubblicazione.