Migliaia di persone, arrivate da tutta Italia, si sono ritrovate sabato a Roma in Piazza del Popolo, in occasione della grande manifestazione LGBTI “Diritti alla meta”, per ribadire che la legge approvata in Senato sulle Unioni Civili non deve essere considerato il traguardo finale ma solamente il punto di partenza per il riconoscimento dei diritti. “L’amore non ha differenze, chi discrimina non sa amare” è il pensiero che ha accomunato tutti i partecipanti. Nonostante il cielo molto grigio e la pioggia arrivata scrosciante alle ore 17.30, i manifestanti non si sono scoraggiati, facendo sentire il proprio sostegno agli organizzatori. Dalla piazza è arrivato un chiaro segnale per l’approvazione immediata della legge alla Camera. Ventotto le sigle che hanno organizzato la manifestazione, altrettanto i numeri degli interventi programmati sul palco. Tra i più attesi quelli di Emma Marrone e Paola Turci che alle 16.30 si sono presentate nel backstage
applauditissime dal pubblico. Proprio Emma Marrone è salita sul palco, con i bambini delle famiglie Arcobaleno, suscitando grande emozione nella piazza quando ha dichiarato che “non esistono figli di eterosessuali o di omosessuali, ma solamente figli di persone che si amano”.
Tra le associazioni promotrici dell’evento c’era naturalmente l’ANDDOS, il più grande movimento LGBTI contro le discriminazioni con oltre 160.000 iscritti in tutta Italia, che ha ribadito con fermezza l’importanza di dover percorrere, con assoluta determinazione e tenacia, la strada verso la conquista della piena eguaglianza, a cominciare da tutti quei diritti fondamentali rimasti esclusi dal testo approvato il 25 febbraio in Senato. Il presidente nazionale, Mario Marco Canale, nel suo intervento sul palco ha voluto dare voce alla base associativa, leggendo alcune significative testimonianze che hanno posto l’attenzione sui temi e le problematiche che attanagliano ancora il Paese in questo mancato riconoscimento ai diritti.
“Basta discriminazioni, basta umiliazioni, basta lesive strumentalizzazioni e riprovevoli giochi politici sulla nostra pelle – ha sottolineato l’editore Frank Semenzi di Pride – pretendiamo dai parlamentari di impegnarsi concretamente per i diritti che fino ad oggi sono stati ignorati e calpestati”.
di Marco Tosarello