Roma – articolo di Alberto Zei
In origine
Fin dai tempi della scuola pitagorica, intorno al 500 a.c., si era a conoscenza che la musica ha un senso compiuto, cioè, differente da una serie di suoni, se le vibrazioni che rappresentano l’ altezza delle note, si susseguono con frequenze multiple o sottomultiple tra di loro.
Con questo presupposto da alcune migliaia di anni l’ umanità ha saputo esprimere in base alla propria cultura, le arie musicali che creavano gradevolezza nell’ ascolto e che quindi sono state tramandate ai posteri, per quanto era allora possibile, prima del definitivo oblio musicale per non riuscire a rendere l’ idea delle note, senza l’ ascolto esemplificativo di cui si trattava. Solo nel tardo medioevo è stata finalmente introdotta con lo spartito la scrittura musicale e da allora almeno in teoria, i vari autori hanno potuto trasmettere ad altri le loro composizioni.
Le regole però, sono rimaste immutate in quanto la musica, quella musica che la nostra psiche percepisce con piacevolezza, non è stata inventata dall’ uomo ma solo scoperta. Infatti le regole matematiche che ci fanno distinguere una buona musica (non importa di quale genere) da una serie di suoni scomposti o come si sul dire, cacofonici, sono sempre le stesse, indicate da Pitagora oltre due millenni fa.
Il pragmatismo sperimentale che ha accompagnato la storia dell’ uomo verso la civiltà, ha sinora sorvolato sulla necessità di comprendere le ragioni fisiologiche e metafisiche che sottendono le leggi musicali. Questo soprattutto perché, esperienza insegna che una composizione viene accolta con giudizio positivo se questa suscita in chi l’ ascolta una sensazione di gradevolezza; gradevolezza che, come vedremo nei vari settori musicali, non potrà discostarsi poi tanto, da quella che prova lo stesso autore. Qui però, si entrerebbe (ma non entriamo), nella psicologia sociale o, in senso più esoterico, nell’ inconscio collettivo teorizzato da C. Jung.
L’ armonia
La musica capace di rapire la nostra attenzione e di generare piacere emotivo non può comunque, prescindere dalle leggi dell’ armonia scoperte da Pitagora.
Diverse, sono le emozioni che possono scaturire dal significato delle parole, da un canto patriottico o dai ricordi che il brano musicale suscita. Questo sarebbe però, un aspetto deviante ma che ci fa per un certo verso comprendere l’ indifferenza all’ estero di alcune toccanti canzoni ricche di contenuti poetici ma non musicali di noti cantautori italiani.
Dando per scontato che ormai tutti conoscono che cosa sono le risonanze, le dissonanze, gli intervalli e gli accordi, e la melodia, giova qui solo ricordare che la qualità di queste combinazioni forma una sequenza gerarchica musicale che genera l’ armonia.
Tante composizioni, ma pochissimi capolavori perché occorre dare alle regole anche sostanza, molto spesso carente, per ottenere un buon prodotto.
Vi sono indubbiamente per tutti noi delle divergenze sul concetto di piacevolezza musicale e una di queste divergenze è sicuramente il settore di riferimento, come quello della musica sinfonica, del jazz , della musica pop, e così via.
Esiste però, un cardine fondamentale comune e vincolante per tutti ed è quello di saper parlare musicalmente al nostro sistema fisiologico con le regole universali con le quali le note vengono tradotte in sensazioni di piacere psichico fino a una sorte di estasi che rapisce l’ anima.
Emozione della musica
Vi sono poi altre tipologie di transfert che la musica induce ma che nulla o quasi, hanno a che vedere con l’ armonia.
Altra cosa è, infatti, lo stordimento che provoca l’ alta intensità o la ripetitività dei suoni che esulano dal rapimento dell’anima ma che tuttavia esercitano su di chi di questo va in cerca, una sorta di travolgente ebbrezza. In particolare la danza può esprimersi fino ad uno stato di pseudo ipnosi con l’ automatismo di ondate di gradevole disorientamento che si susseguono nella mente durante il tempo in cui ci si abbandona a questo tipo di musicalità; ad esempio nella la cosi detta danza sacra o più semplicemente nel ritmo assordante di certe discoteche, non è l’ armonia ciò che si prova.
Ritorniamo alla composizione esclusivamente musicale che integra le parole quando vi sono, soltanto come suoni e non come significati.
La composizione musicale è un po’ come la poesia dove ognuno si esprime come può.
Il coronamento di una opera musicale, ognuna nel suo genere, è il livello qualitativo che essa contiene e che viene percepito dalla psiche con una scala di valori trascendenti creando una spirale di piacere che genera piacere.
Ma si può ancora andare oltre l’ armonia. E’ allora che avviene con un onda d’ urto psichico ciò che nell’ arte figurativa corrisponde alla sindrome di Stendhal. Ma di questo parleremo in altra occasione.