In occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia, lo scorso 13 luglio si è svolta la conferenza stampa per la riapertura del Carcer Tullianum, il Carcere di San Pietro affacciato al Foro Romano, conosciuto anche come Carceri mamertine, le più antiche carceri di Roma . La restituzione al pubblico di questo importante monumento in qualità di centro museale, è avvenuta al termine dei laboriosi lavori di scavi archeologici e di riqualificazione che l’Opera Romana Pellegrinaggi ha avviato in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma. Il complesso archeologico, ubicato sotto la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami del XVI secolo in un’area del Foro Romano, dove – in età romana, si amministrava la giustizia , era strutturato su due piani sovrapposti di grotte ricavate alle pendici meridionali del Campidoglio a lato delle Scale Gemonie, verso il Comitium del Foro romano. La più profonda Tullianum, risalente all’età arcaica (VIII-VII secolo a.C.) era scavata nella cinta muraria di età regia e proteggeva il Campidoglio,mentre l’altra Cacer è di età repubblicana.
Come dichiarato da Monsignor Liberio Andreatta, vice presidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi, durante la conferenza stampa: «Il Tullianum è stato luogo di detenzione di San Pietro, che fece scaturire l’acqua che utilizzò per battezzare i reclusi e i carcerieri; qui inoltre si trova una delle prime raffigurazioni della Madonna della Misericordia, presente in un affresco datato XIII secolo. Questo è un luogo, dunque, di grande devozione ancora molto visitato da chi si reca a Roma in pellegrinaggio. L’Opera Romana Pellegrinaggi, insieme alla Soprintendenza e al lavoro straordinario portato avanti dagli archeologi, è felice di aver contribuito a recuperare un pezzo di storia così importante per Roma e per i turisti e i fedeli di tutto il mondo».
Realizzato sotto Anco Marzio nel VII secolo a.C.il Tullianum di forma circolare, consisteva in un’opera quadrata con blocchi di peperino. Le dimensioni della muratura hanno fatto presupporre che originariamente doveva trattarsi di una fontana monumentale costruita attorno ad una fonte “tullus” considerata sacra. Il Carcer realizzato probabilmente sotto Servio Tullio nel VI secolo a.C. – secondo Tito Livio, è costituito di un ambiente di pianta trapezoidale coperto da volta a botte, in opera quadrata con grossi blocchi di tufo rosso dell’Aniene e giallo di Grotta oscura. Un foro circolare nel pavimento lo collega al Tullianum al quale si accede oggi tramite una scala moderna. Sulla facciata composta da blocchi di travertino, sono incisi i nomi dei consoli C.Vibio Rufinio e M. Cocceio Nerva. Nell’VIII secolo il complesso fu cristianizzato ed entrambi gli ambienti convertiti in cappelle, e nello stesso periodo il luogo cominciò ad essere conosciuto come Carcere Mamertino. Il sito, ora museo, è accessibile alle visite con un percorso suddiviso in 4 sezioni – la 1°: Introduzione all’area, riprodotta in un plastico e accompagnata da supporti multimediali; la 2a: Roma antica dall’Età del Ferro all’Età repubblicana, fino all’Impero; la 3a : Roma Cristiana – tarda antichità e Medioevo, e l’ultima : il Rinascimento. Tra i vari reperti esposti , le sepolture dell’Età del Ferro, un deposito votivo, una parte di una cattedra sacerdotale di epoca cristiana, oggetti votivi tardo antichi, medioevali e rinascimentali. La visita di questo eccezionale sito archeologico di rara bellezza è arricchita da un percorso multimediale che prevede anche l’uso di tablet per vedere le ricostruzioni degli ambienti originari e leggere approfondimenti su quanto ritrovato durante la recente campagna di scavi.
Come ha spiegato Francesco Prosperetti Soprintendente per l’area archeologica centrale di Roma: «La riapertura del Carcer Tullianum– rappresenta un momento importante per la vita culturale della Capitale. Le indagini archeologiche degli ultimi anni ci restituiscono non solo un monumento celeberrimo, ma la sua straordinaria vicenda, legata a doppio filo con le origini di Roma e l’intera storia della città. Grazie alla collaborazione con l’Opera Romana Pellegrinaggi, che gestirà il sito, apriamo anche un nuovo museo e un ingresso al Foro Romano di cui il Carcer Tullianum in origine faceva parte».
di Daniela Paties Montagner