Signor Massimo Andalini è un vero piacere ed un onore per me poter conoscere ed intervistare un uomo di successo come Lei, che con la Sua famiglia da ben 3 generazioni rappresenta il made in italy ed un marchio di successo, del quale andare orgogliosi. Come nasce la pasta Andalini? La pasta Andalini nasce da una terra di pastifici del centese. I miei genitori lavoravano presso il pastificio Barbieri , che subito dopo la guerra dovette chiudere per fallimento , e trovandosi senza lavoro, pensarono di aprire una piccola bottega di pasta fresca artigianale. Fin da piccolo ho respirato “ l’odore” della semola che “ mi è entrata nel sangue”! Coi miei genitori ed i miei zii – il pastificio all’epoca era denominato Andalini – Aleotti, aprimmo il primo stabilimento in Via del Curato, dove passammo alla pasta secca, per poi negli anni ‘80, trasferirci nella la nuova sede in via Toti, e dal 1998 definitivamente in via Martiri di Belfiore , che è a tutt’oggi la sede di Andalini.
Ci troviamo a Cento di Ferrara in Romagna.Quali sono le tappe piu’ importanti di Andalini che ha una lunga storia legata al territorio? Cento è situata nel crocevia dell’emilianità e dell’ espressione della pasta all’uovo, tra le città di Ferrara, Bologna e Modena. La nostra mission è quella di garantire la tradizione dei prodotti nati dalle nostre nonne come : le tagliatelle a nido, la gramigna, i maccheroni al pettine, il maccherone al torchio. Qui sta la nostra forza, che è anche espressione della volontà di proporre i sapori di un tempo.
Nel 2001 avete acquisito il pastificio la sovrana di puglia a canosa di puglia. Cos’ha rappresentato questa scelta e perche’ ? Se a Cento produciamo pasta all’uovo, l’esigenza di produrre pasta di semola ci ha spinto verso il granaio d’italia “ la Puglia” , poiché nel 2001, a seguito di un’ importante commessa in USA, si è presentata la necessità di un’unità produttiva. Negli ultimi anni il pastificio è stato completamente rinnovato e ristrutturato, ed ha ottenuto le certificazioni qualititative nazionali ed internazionali, pur conservando le caratteristiche artigianali che ci contraddistinguono. Oggi il pastificio è votato alla produzione di pasta biologica e di specialità particolari, proprio per colpire il mercato delle nicchie in crescita.
La sua azienda si rivolge sia al mercato al dettaglio che alla grande distribuzione. Quali sono i vostri prodotti di punta per il mercato italiano e quali per il mercato estero? Sicuramente le tagliatelle e le pastine all’uovo. Questi sono i nostri prodotti di punta sia a marchio Andalini, sia per i vari PAM delle più importanti catene italiane e anche alcune all’estero. Per l’estero ci siamo specializzati nella pasta per il food service, per quelle aziende che preparano ready meal. Queste aziende hanno capito la qualità della pasta e della resa, la pasta buona non esiste, esiste il parere soggettivo del consumatore, tuttavia il nostro metodo produttivo a bassa temperatura di essiccazione conserva sapore, pastosità, profumo e elasticità della pasta, conferendo una resa in volume e qualitativa eccelsa, infatti non si cristalizza per colpa delle alte temperature di essiccazione.
Nel 2005 avete acquisito le certificazioni CSQA UNI EN ISO 22000, IFS BRC, Biologico ( CCPB) . E’ stata una scelta necessaria o dettata dal mercato e dalla concorrenza? Forse siamo stati i precursori, avevamo capito che il mercato era in evoluzione, e l’estero avrebbe presto chiesto certificazioni importanti. Recentemente abbiamo ottenuto la certificazione con cerved della customer satisfaction, con CCPB del Vegan per i prodotti BIO, della certificazione Kosher per i mercati ebraici e stiamo ultimando con un grosso investimento energetico il certificato white, mentre per il green sarà possibile quando riusciremo a installare in azienda un impianto di cogenerazione.
Nel 2013 vi è stato il passaggio di Andalini a spa. Cosa ha rappresentato tutto questo in termini strategici? L’operazione è stata fatta per acquisire due importanti pastifici del territorio, operazione che poi non è andata a buon fine. Cio’ nonostante essere una Spa ci ha permesso di lavorare in altre direzioni e di aumentare l’interesse verso la nostra azienda.
Siamo in un momento non semplice per l’economia italiana ed europea , come affrontate questa crisi ? Quali effetti ha avuto la globalizzazione sulla Andalini spa? La nostra visione è che ormai non possiamo più parlare di crisi, ma di un nuovo stile di vita che ci abitua a “misurare” le nostre spese ed il risparmio. La pasta è un “prodotto povero” e nei momenti di ristrettezze va in controtendenza, aumentando le quote di vendita. Seguito margini molto risicati, siamo stati costretti ad orientare il nostro interesse verso i mercati esteri e ad investire in azienda per essere più performanti e piu’ competitivi a livello di costi, al fine di garantire al consumatore la miglior qualità al miglior prezzo. La globalizzazione è un’opportunità, poiché vi è l’immissione di prodotti esteri nei nostri mercati, ed al contempo si aprono possibilità di esportazione. Sfortunatamente i prodotti italian sounding coprano una fetta di mercato importante, per questo motivo è di fondamentale importanza che le istituzioni tutelino maggiormente il Made in Italy.
Qual’e’ il segreto del successo della pasta andalini e quali sono i suoi punti di forza? Il pastificio Andalini è nato dalla passione di due giovani innamorati : mio padre Arrigo e mia mamma Egletina e continua con la terza generazione , con mia figlia Simona supportata nella conduzione dell’azienda da suo marito Stefano , dove oltre all’impegno, la dedizione e la passione mettono anche l’amore del loro rapporto che contribuisce a lavorare in armonia; a parte questa nota romantica, l’impegno di tutta la squadra del gruppo Andalini, le persone che lavorano con noi da anni e il fatto di anteporre sempre, nella scelta delle materie prime, nella lavorazione e nella genuinità del prodotto, la tutela del consumatore e non il mero guadagno fine a se’ stesso.
Andalini nel mondo. Dov’e’ presente? Siamo praticamente presenti in tutto il mondo e nei 5 continenti, anche se principalmente in Europa, Nord Africa, Stati Uniti e America del Sud.
Lo scorso 28 maggio 2016, il pastificio Andalini ha festeggiato un compleanno importante e soffiato su 60 candeline. Alla grande festa celebrativa sono stati invitati oltre ai vostri famigliari, le autorità locali, i vostri collaboratori , i clienti italiani ed esteri piu’ significativi , tra questi anche un emiro. Cos’ha rappresentato per Lei , per sua figlia Simona, che dal 2010 ha assunto il ruolo di Ad, e per la Andalini questa tappa cosi’ importante? Una grande emozione e una gratificazione per tutti questi anni di sacrifici e di tempo dedicato all’impresa, purtroppo a volte sottratto agli affetti e alle amicizie. Nella serata del 28 maggio poter abbracciare davanti a tutti mia mamma , è stata un’ emozione immensa; ed essere circondato da persone dalle quali si percepiva affetto è stato il miglior premio per questa mia vita dedicata al lavoro. La soddisfazione della mia unica figlia che continua questa avventura non può che farmi piacere, anche se fare impresa oggi non è certamente semplice come un tempo. Un fatto che mi ha colpito è stato il nostro importatore norvegese che dopo la festa dei 60anni, mi abbracciato e salutato dicendomi :
“ Massimo fino ad oggi ho venduto penne, fusilli, e spaghetti, da domani potrò vendere una famiglia, una storia un territorio”. Queste sono soddisfazioni impagabili che mi fanno capire di aver condotto un’azienda che oltre al prodotto trasmette valori.
Signor Andalini, ancora un’ultima domanda. Il claim della vostra azienda è : “ creare innovazione per vendere emozioni”. Me ne puo’ parlare? La pasta è un prodotto storico, per chi si occupa di marketing, viene definito “decrepito” nemmeno maturo, per essere competitivi bisogna essere innovativi, inventarsi paste differenti, ed oltre al Bio , implementare il mondo salutistico, e declinare la pasta anche in altri utilizzi, nei piatti pronti, nelle nicchie delle nicchie. Stiamo sviluppando una pasta che con un’ apposita macchina automatica si cucina in un minuto, una pasta per il micro-onde e tante altre idee. “Chi si ferma è perduto” , e per questo motivo occorre innovare sempre. Fatta l’innovazione bisogna rimanere fedeli alle proprie origini, alle proprie tradizioni, per questo “vendiamo emozioni” non solo pasta, quelle emozioni che hanno colpito anche il nostro importatore norvegese.
Signor Andalini, La ringrazio per la disponibilità e tantissimi auguri per altrettanti successi.
Intervista di Daniela Paties Montagner al Signor Massimo Andalini a Cento di Ferrara