Teatro Brancaccino, rassegna teatrale 2016/2017: debutto, la settimana scorsa, per l’ opera di Valentina Diana, classe 1968, scrittrice di talento, attrice e drammaturga .Lo spettacolo, prodotto da” kora teatro”, e’ un monologo magistralmente interpretato da Marco Vergani, con la regia di Vinicio Marconi. “L’idea di scrivere sulla morte, di trovare un punto dal quale poter guardare ad essa senza soggezione mi affascinava”, cosi’ rappresenta la sua idea in alcune note la scrittrice:” mi sembra utile poter indagare su ciò che la morte rappresenta per noi di qua, occidentali intendo, come atto finale, ultimo, quasi teleologico, ma allo stesso tempo anche come oggetto esorcizzato, che non contiene futuro ma solo presente.Mi e’ piaciuto per contrasto mettere insieme, uno vicino all’altro, il fatto tragico e mistico della morte, con il lavorio trucido del trar profitto da tutto. I contrasti, son fatta così, mi danno l’idea che ci sia sotto qualcosa di vivo, appunto, una verità che c’è e non c’è, e che mostrarlo sia poetico”.
In un atmosfera surreale,inizia la storia di Renato Cane, rappresentante farmaceutico:una vita semplice, un lavoro ripetitivo, moglie e un figlio.”Se non produci non esisti.Sei disperato ma non puoi disperarti”. Faccia da adrenalinico, il protagonista descrive con rassegnazione il suo far parte di una societa’ consumistica irrefrenabile, dove tutto e’ lecito in un ottica di guadagno.
A un certo punto, colpo di scena :”avrai da vivere 3 – 4 mesi, metticci una pietra sopra”. La storia cambia, ora e’ tutto diverso, un essere umano dalla vita banale, si trasforma in un ” morto potenziale”. Entra in un assurda agenzia di pompe funebri, compra da un nano l’ eternita’, spende tutti i suoi risparmi, ma non muore. Miracolosamente guarisce e grottescamente preferirebbe essere morto.
Un capolavoro di ironia,che punta i riflettori su un sistema consumistico trita persone, un analisi spietata di quanto costi stare al mondo.
Reificazione sovrana , nessun rispetto per la vita : insomma, se e’ vero che spesso un nome racchiude in sé il proprio destino ,divenuto inutile per la societa’, Renato rischia di morire solo… come un cane.Francesca Palumbo