L’Arte come ragione di vita. Si potrebbe riassumere così la filosofia alla base dell’esperienza creativa di Marisa Muzi, artista romana a tutto tondo che passa dalla poesia alla scultura fino a dedicarsi alla pittura in modo tenace ed energico, quasi fosse un impulso irrefrenabile, una necessità vitale.
Giovedì 8 e domenica 18 dicembre in via Riva Ostiense n. 16, dalle 11 alle 19, sarà possibile ammirare e magari comprare, ad un prezzo per l’occasione accessibile, una sua produzione artistica.
Marisa Muzi svolge il suo lavoro creativo tra Roma, Lucca, Anticoli Corrado, Sulmona, Popoli e nello splendido borgo medievale di Pettorano sul Gizio, in Abruzzo. I suoi lavori sono in collezioni private in Italia e all’estero. E’ stata premiata dalla FAO per il concorso della “Giornata dell’alimentazione” con il primo e terzo premio. Due suoi lavori sono esposti al museo di arte moderna di Anticoli Corrado. A Roma nel museo del Vittoriano, in una esposizione degli artisti contemporanei, è presente con il suo quadro Uomo con i gatti.
Tantissime inoltre le opere donate a Musei, Fondazioni pubbliche o private, Gallerie e Caffè, oltre le tante vendute a singoli privati.
Dopo un’infanzia trascorsa a diretto contatto con artisti della Scuola Romana, tra i quali ricordiamo Carlo Levi, Francesco Trombadori, Marcello Avenali, Carlo Socrate ed Ercole Drei, Marisa Muzi inizia a comporre le prime poesie e il suo talento viene premiato con la pubblicazione di una sua raccolta di versi.
Leggere oggi una sua poesia o guardare un suo quadro dà la stessa emozione, perché Marisa riesce a dipingere sensazioni, sentimenti, stati d’animo….
Nelle sue opere si possono cogliere molteplici riferimenti alla psicologia, alla letteratura, alla poesia, alla storia dell’arte, al sociale e a episodi personali legati al suo passato che si mescolano in un’unica visione fantasiosa e onirica, dove a prevalere è sempre l’impulso libero e incontenibile di dipingere.
Il suo percorso pittorico si svolge con l’insegnamento degli artisti Angelo Palloni di Roma, Kristien De Neve, belga, Marina Haas tedesca. Il 1985 è l’anno dell’incontro con il suo primo maestro, l’architetto Angelo Palloni che la incoraggia a percorrere la strada dell’arte convincendola che la pittura è alla portata del suo mondo fantastico e della sua sensibilità artistica. Da quel momento c’è l’impegno affinché l’uso del pennello divenga strumento di espressione come lo è la sua penna.
Gli studi proseguono con Marina Haas, severa, ferrea, le impartisce lezioni e lezioni di prospettiva e disegno e di tecniche che oggi le permettono di avere le basi su cui andare avanti. Contemporaneamente frequenta lo studio di Kristien De Neve che la guida negli orizzonti dell’arte moderna o meglio contemporanea. Con lei impara ad amare la materia e ancor oggi la spinge a provare materiali e tecniche nuove.
Nel 1995 l’artista approda alla Gard, la Galleria di Arte Romana diretta e curata da Sonia Mazzoli che da sempre, per vocazione, dedica particolare attenzione alla sperimentazione di nuovi linguaggi artistici e all’utilizzo di materiali di recupero e riciclo per un eco-design ed un’eco-arte che rispetti l’ambiente-mondo e l’ambiente-uomo. Qui la Muzi scopre per la prima volta un’arte nata dalla sperimentazione e dalla fusione di tecniche fuori dal comune; così, pian piano, si stacca dalle sue radici figurative per approfondire i molteplici stimoli artistici e culturali che la influenzano durante la frequentazione di questa realtà così diversa, promotrice fin dagli inizi di un linguaggio innovativo e altamente sperimentale.
Dotata di un’energia non comune, Marisa Muzi ora si confronta con tecniche sempre più libere sperimentando l’uso di materiali diversi come l’argento, la sabbia, i tessuti, i cristalli, le resine e le pietre, uniti ad oli, smalti e acrilici.
Nelle sue opere troviamo delle tematiche ricorrenti, che rappresentano il percorso della sua vita. C’è la tartaruga che raffigura il lento avanzamento, l’arrancare; i bicchieri che simboleggiano la trasparenza e la solidità; gli uccelli capaci di innalzarsi e mantenersi in volo; l’elefante con le sue orme che esprimono la voglia e la necessità di lasciare un segno profondo. Infine nelle sue opere compaiono spesso canne di bambù, proprio come quelle che l’hanno accompagnata nei suoi giochi d’infanzia che però ora rappresentano gabbie, barriere o forse solamente un isolamento o una protezione.
«La mia partecipazione all’Arte – ha sottolineato Marisa Muzi – è come una grande luce, una grande forza ed energia che prorompe dall’anima, come una forte necessità che illumina il mio cammino e rappresenta per me l’essenza del mio vivere». Daniela Gabriele