La Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), il movimento internazionale “Uniti per Unire”, in collaborazione coi membri del Comitato #Cristianinmoschea, condannano fermamente gli ultimi attentati in Asia ed Europa, e invitano tutti gli Imam, gli esponenti delle altre religioni, i laici e i membri delle Comunità straniere in Italia, a scrivere un messaggio di pace, alla porte del Natale: augurio dedicato alle vite interrotte dagli attentati terroristici, e invito alla convivenza tra le culture e i popoli.
L’iniziativa, significativamente intitolata #ANataleRegalaDialogo, si svolgerà a Roma, il 22 dicembre pomeriggio, presso il teatro “Palco delle Valli”, a Montesacro; ed è il naturale proseguimento del precedente evento #Cristianimoschea, promosso da Co-mai e Uniti per Unire l’11-12 settembre scorso, per incentivare il dialogo interreligioso “porta a porta”. Adesso, per #ANataleRegalaDialogo, il pensiero di tutti i partecipanti sarà rivolto alle vittime delle guerre e degli ultimi attentati in Medio Oriente (Egitto, Giordania, Iraq, Turchia) e in Europa (Germania e Bruxelles): con lo spettacolare attentato “Nizza 2” di Berlino del 19 dicembre, quando un camion ha travolto la folla dei mercatini di Natale, provocando 12 morti e 48 feriti.
In reazione a questi “atti di terrore” e come in una preghiera corale, i messaggi scritti liberamente per #ANataleRegalaDialogo saranno raccolti e letti, nel corso della serata del 22, dai partecipanti. Così, Foad Aodi, Presidente della Co-mai e di Uniti per Unire, e promotore dell’iniziativa, commenta l’attentato di Berlino: “Continuiamo a condannare qualsiasi atto di terrorismo portato avanti da gruppi o individui. Chi uccide nel nome del terrorismo non ha Dio ne religione, perché non nutre rispetto per la vita umana. Questo 22 di dicembre – prosegue – rivolgiamo una preghiera alle vittime di tutti gli attentati e cerchiamo di offrire uno spunto di augurio e di riflessione. Invitiamo tutti, senza distinzioni tra colori, fede o partiti, a unirsi a noi per quest’ appuntamento, aprendo la sua mente, la sua anima e il suo cuore alla pace e al dialogo interculturale e interreligioso. Preghiamo insieme il Dio di amore perché interrompa questa catena di sangue. L’unione delle nostre forze – come già abbiamo dimostrato con la risonanza internazionale di #Cristianinmoschea – è il più grande augurio che possiamo rivolgere ai giovani di domani e a tutti gli innocenti. Alle donne e ai bambini e a tutte vittime degli attentati del terrore disumano e cieco”.
A rafforzare queste parole, l’Imam della Moschea El Fath di Roma, in Via della Magliana: “Siamo solidali con le vittime della Siria e con quelle di tutti gli altri Paesi colpiti dalla guerra. Anche loro dovrebbero avere l’occasione di festeggiare il Natale, come tutti gli altri. Dal momento che rivolgiamo a queste vittime da cristiani, musulmani e italiani il nostro augurio, siamo con loro per lo meno spiritualmente”.
La voce dell’Imam di Trieste, Nader Akkad, s’ unisce alla sua: “Analizzando i versetti del Sacro Corano rivolti sia ai fedeli in Dio che alla gente in generale, notiamo con chiarezza come il dialogo per i musulmani sia un preciso dovere religioso. Il Sacro Corano – che per i musulmani è la parola di Dio rivelata al Profeta Mohammad – include versetti-cardine nei quali Dio l’Altissimo ordina ai musulmani di confrontarsi e dialogare con chi non è musulmano, in particolare con i cristiani e gli ebrei”.
Anche Il Direttore della Fondazione cattolica”Migrantes”, Mons. Giancarlo Perego, sostiene l’iniziativa: “È urgente per noi, oggi, coinvolgere tutti gli attori sociali nel promuovere una cultura che privilegi il dialogo come forma di incontro. La pace sarà duratura appunto nella misura in cui armiamo i nostri figli con le armi del dialogo, insegniamo loro la buona battaglia ( termine d’ impronta chiaramente paolina, N.d.R.) dell’incontro e della negoziazione. In tal modo potremo lasciare loro in eredità una cultura che sappia delineare strategie non di morte ma di vita, non di esclusione ma di integrazione”. All’iniziativa ha aderito, infine, pur non potendo partecipare personalmente, anche Sua Eminenza Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi: che il 27 ottobre scorso, appunto nella città di San Francesco, aveva aperto il convegno organizzato dal Comitato “Civiltà dell’ Amore”, Co-mai e altre organizzazioni per i trent’anni della grande iniziativa assisiate per il dialogo interreligioso voluta, a ottobre 1986, da Giovanni Paolo II.
Fabrizio Federici