Dopo un’altra giornata di dubbi e chiacchiere sui fatti che avrebbero portato la procura di Roma a indagare Francesca Maria Occhionero e il fratello Giulio, per sospetto di violazione, accesso abusivo e intercettazione illecita su sistemi informatici, finalizzata a procacciare notizie circa la sicurezza dello Stato e dossieraggi su importanti cariche istituzionali, ecco che la parola passa agli amici dell’indagato Giulio Occhionero. Amici è un eufemismo, più che altro fratelli massoni, almeno quelli iscritti alla loggia Paolo-Ungari – Nicola Ricciotti Pensiero e azione, n. 773 del Grand’Oriente d’Italia, la stessa di Ochhionero.
Se è vero, com’è vero che appatenere alla massoneria «garantisce almeno la solidarietà dei fratelli nel mantenere la privacy sugli incontri, e non sbandierare ai quattro venti i nomi degli appartenenti, si pone senz’altro una problematica giuridica sulla violazione della privacy nei confronti di numerosi iscritti».
E’ quanto afferma l’avvocato di Occhionero – Kristian Cosmi, amministrativista: «Meglio appartenere a una associazione carica di valori che muove legittimamente gli interessi dei soci, che appartene a certe categorie di nullafacenti, troppo spesso causa di male-andamento del paese». Avendo una piena fiducia nella magistratura che saprà di certo individuare responsabilità inerenti i capi di accusa posti, propongo un’inchiesta di chiarimento, sulla matrice politica degli eventi. Ci stanno rimettendo la faccia troppi nomi di brave persone, che sono pronto ad assistere giuridicamente sin d’ora, solo per rendere giustizia a chi opera e lavora onestamente nelle cariche nevralgiche della società civile». ML