Attori, doppiatori, musicisti, sceneggiatori, musicisti, danzatori, personale delle troupes (che per questa giornata saranno in sciopero) e del mondo dello spettacolo insieme a SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM per protestare sui disservizi dell’INPS lunedi 13 dalle 10 in presidio davanti all’Istituto.
Lavoratori autonomi che si sono visti recapitare lettere dall’Istituto Previdenziale che pretendeva versamenti di contributi alla gestione separata, mentre gli stessi erano già stati versati all’ENPALS.
Lavoratori assunti a termine che si vedono arrivare lettere in cui si impone la restituzione di disoccupazione percepita dal 2.000 ad oggi (arretrati oltre i dieci anni, dunque) sostenendo che le aziende non hanno versato il relativo contributo.
I lavoratori autonomi hanno fatto ricorso, ma solo in pochi hanno visto accolta la pratica. Gli altri non hanno ricevuto alcuna risposta.
Da quanto l’ENPALS è confluito nell’INPS i disservizi si sono moltiplicati, e a nulla sono serviti i vari incontri tesi a risolvere le problematiche.
Ma i lavoratori dello spettacolo hanno perso la pazienza. Hanno pochi diritti, e l’unico istituto che riconosceva la particolarità di un lavoro che si svolge per la maggior parte in modo intermittente e non si può definire precario è proprio l’ENPALS, che prevede che anche per i lavoratori autonomi l’obbligo del versamento dei contributi sia in capo ai committenti.
Al presidio ci saranno anche rappresentanti degli stuntman, lavoratori che hanno visto aumentare l’età per raggiungere la pensione, senza nessuna considerazione dei rischi insisti nella loro professione. Devono essere almeno parificati ai danzatori, per i quali si prevede un anticipo proprio per la particolarità del loro lavoro.
Il sindacato da tempo denuncia la necessità che il legislatore definisca diritti e tutele per un mondo, quello dello spettacolo, che per la sua particolarità ha necessità di ammortizzatori, diritti e tutele specifiche. Ad oggi nulla è successo, ed a questo si aggiungono questi disservizi dell’INPS, che ha assorbito l’ENPALS, incassando una consistente somma che era stata accumulata anche perché sono pochi i lavoratori che riescono a raggiungere la pensione, e che, anche quando ce la fanno, quella pensione li rende poveri.