In sintonia coi tempi, passa anche dai social il buonumore, con i post dalle prove al successo della prima nazionale e delle serate di replica, dello spettacolo Brancaleone e la sua armata, liberamente ispirato al film di Mario Monicelli, in scena al Salone Margherita di Roma.
Dopo una tournée estiva, la commedia di Pippo Franco, il quale oltre ad esserne autore, riveste il ruolo dell’attore principale, il cavaliere Brancaleone, è narrata insieme ad un cast di eccezionali attori comici quali Gegia, Giacomo Battaglia e Gigi Miseferi.
La parte per la divertente Gegia è quella della bizzarra Marozzia, mentre Giacomo Battaglia è Colombello e Gigi Miseferi veste i panni di Folco.
Un bel ritorno al Salone Margherita, come ricordano gli attori nelle interviste rilasciate nella settimana scorsa.
In questi giorni è calato il sipario sul palcoscenico di Brancaleone e la sua armata – Il lato tragicomico dell’esistenza umana, ma E’ solo per una breve pausa. Il cast tornerà subito in scena domani per far sorridere ancora il pubblico, quel pubblico che non è riuscito ad assistere allo spettacolo “andato in onda” la scorsa settimana, e che ci aspetta a teatro le prossime sere, come ci dice entusiasta il poliedrico e amato artista Gigi Miseferi, raggiunto telefonicamente durante gli spostamenti per i suoi tanti impegni, nel pomeriggio. Il primo piano è proprio sui post del suo profilo pubblico facebook.
La rassegna dell’evento, già in programma dal primo fino al prossimo 19 marzo, scorre dalle pagine dei giornali, testate cartacee e on line, siede in qualche salotto televisivo e trova spazio nei social network fra post, video e tweet condividendo momenti privati e pubblici degli interpreti con facebookisti e followers.
A questo punto, la riflessione, al pari di una digressione ma non del tutto fuori luogo, è lecita e scontata. Senza elevarci di livello e per semplice constatazione di atti e fatti, involontariamente, si assiste, interagendo, al fenomeno nuovo della dimensione epocale dell’ipervirtualità e dell’ipervelocità, sostenute dalla nostra plasticità neuronale. Non serve una trama né un intreccio di fronte ad un quadro tanto evidente di alfabetizzazione alle nuove tecnologie di comunicazione, l’analisi viene tutta da sé: il pubblico è il messaggio, confermando pertanto quello che diceva spesso, il sociologo del villaggio globale, Marshall McLuhan se il medium è il messaggio, l’utente è il suo contenuto. Nell’era della comunicazione 4.0, da tutti a tutti ecco situazioni vissute in prima persona, post by post, che completano e illustrano il ritratto di uomini, donne e personaggi, palesando un prolungamento della sfera delle vicende umane e della rappresentazione, della ratio e dell’impulso – eterno contraddittorio che anima l’esistenza degli individui – adattate alle nuove condizioni di connettività, di condivisione, di esternalizzazione e moltiplicazione del Sé. Un passaparola in rete, che diventa multiplo, assumendo le figure di giudice, giudicato e giudizio. Dalla vita al teatro il passo è breve. Così, giocando irriverentemente, voilà la domanda fondamentale: Vita come Teatro o Teatro come Vita?
Nel frattempo che ci si dia una risposta, il post consigliato è quello di facile memoria per condividere buonumore e risate e godersi lo spettacolo, alla vecchia maniera, direttamente in poltrona a teatro.
Maria Anna Chimenti