E’ uno shrapnel, l’ordigno rudimentale esploso in un convoglio della metropolitana russa, a San Pietroburgo alle 14,40 ora locale. A quanto pare nascosto in una valigetta ventiquattrore. La deflagrazione, avvenuta tra le stazioni di Tekhnologichesky Institut, interscambio della linea blu e rossa, e Sennaya Ploshchad, ha fatto si che biglie, pezzi di ferro acuminati e frammenti di proiettili inesplosi, causassero, secondo i media russi, la morte di 14 persone, ferendone 43. Il premier russo Dmitri Medvedev ha parlato di attentato terroristico, in base a quanto dichiarato dall’informazione locale. Le telecamere del circuito di sicurezza della metropolitana russa hanno ripreso una persona, il presunto attentatore, che è uscito in tutta fretta da un vagone prima della partenza del treno.
Se ne cerca anche un secondo, quello che ha lasciato l’altro ordigno, all’interno di un estintore, fortunatamente inesploso, alla fermata della metropolitana Ploshchad Vosstaniya. Al momento, non c’è l’ipotesi attacco kamikaze. Attentato ancora non rivendicato. Le forze in campo stanno investigando per individuare la matrice terroristica. A San Pietroburgo, dichiarate tre giornate di lutto cittadino.
Stanno giungendo i messaggi di cordoglio dai capi di stato di diversi paesi, fra cui anche quello del presidente Sergio Mattarella, al presidente Vladimir Putin, il quale si trovava in visita nella città colpita dalla tragedia.
Maria Anna Chimenti
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