E mentre i muri di Frosinone si ricoprono ed imbrattano di immagini, di figurini ridicoli e di cartellonistica illegale -perchè anticipata rispetto ai tempi normativi-, di vuote notizie come di una città opaca e spenta ripulita da lustrascarpe, di profili personali avulsi dalla realtà di un paese sempre più umiliato, io mi trovo in mezzo alla gente reale. Ed ascolto.
Ascolto storie di povertà umana declinate in molte forme, storie di povertà dove si riescono ad incrociare disabilità rifiutate, disoccupazione, inoccupazione,disuguaglianza. Se Frosinone fosse una città povera si, ma caratterizzata per lo meno da una disuguaglianza ridotta, avrebbe un tasso di povertà relativa poco rilevante poiché parte della popolazione potrebbe vivere secondo uno stile di vita differente rispetto ai più emarginati. Se le famiglie, poi ,non fossero afflitte da quella emergenza doppia che vede nei figli cresciuti all’interno di mille difficoltà i predestinati a vivere un’esistenza ai margini della società, sarebbe anche un’altra questione. A Frosinone , inoltre, come dicono i dati Istat troviamo un’altra categoria a rischio, quella degli stranieri residenti tra i quali l’incidenza della povertà assoluta è attualmente aumentata del 28,3%. Queste criticità vedono sempre la mano invisibile di un Comune che, non riuscendo a gestire solo che il 15% della spesa offerta per i servizi ai cittadini, diviene colluso con tanta disgregazione.
Sapendo, poi, che si sprofonda nella povertà a causa della perdita del lavoro (76,7%) o a seguito di una separazione o un divorzio (50,6%) o a causa di una malattia propria o di un familiare (39,4%) come della dipendenza dal gioco d’azzardo (38,7%) o della perdita di un componente della famiglia (38%), una amministrazione onesta dovrebbe garantire equità ed adeguatezza di stili di vita a partire dalla costruzione di un programma comunale partecipato anche alle fasce deboli.
Nel mio incontrare la gente ho conosciuto Anna, Maria, Francesco,Tullio, Igidio, Federica,Simona e ancora tanti noi incontrerò. Io mi sento una di loro e con loro e per loro intendo continuare ad adoperarmi anche come amministratore che tenendo a cuore un codice etico a garanzia del bene comune lo faccia, a sua volta, rispettare.
E non mi venite a raccontare che a Frosinone non si può fare! Voi candidati, a differenza di me, siete troppo occupati a proteggervi le spalle da anni di malgoverno che voi stessi avete elargito; siete troppo avidi pur abbeverandovi ai sottogoverni locali, alle poltrone provinciali, regionali e nazionali; siete troppo arroganti ed ottusi, arbitri indiscussi del vostro personale destino, per restituire il mal tolto ad un capoluogo fiore all’occhiello del Mezzogiorno italiano, cassa di risonanza per prodotto locale. Non esistono divari quando si crede. La rigenerazione dell’entroterra frusinate passa dallo scambio di buone pratiche no dalla mercificazione dell’altro, no da promesse vane, no dal baratto di voti che voi candidati, a differenza di me, detenete contro la crescita reale di un territorio tenuto prigioniero.
Io tra la mia gente ci voglio restare e sempre così sarà e voglio vederla rinascere e no morire come accade ora a causa dei vostri crimini amministrativi che hanno sventrato il nostro territorio.
Giuseppina Bonaviri