È un’evoluzione costante da cui nascono scenari sconfinati ed intrisi di dinamiche percezioni la pittura di Andrea Puca. Diplomato presso l’Istituto d’arte Silvio D’Amico a Roma, il pittore ventuno anni fa si è trasferito dalla capitale a Ladispoli dove prosegue oggi la sua prolifica attività. Al 2000 risale il viaggio in Spagna con la moglie Roberta. “A lei -dice- devo un ringraziamento particolare per avermi sempre incoraggiato e sostenuto nel mio percorso artistico”. In quella occasione si sofferma ad osservare per diverso tempo l’opera di Pablo Picasso: “Sono rimasto quaranta minuti ad osservare la Guernica” ricorda. Da allora la sua produzione è divenuta costante ed inarrestabile.
Dapprincipio concentrato sui paesaggi, Andrea Puca conta ad oggi numerosi concorsi e mostre in Italia e all’estero. I soggetti naturalistici, le marine, gli scorci cittadini rappresentano tuttora una parte importante del suo lavoro in cui costantemente effettua una sperimentazione negli accostamenti e negli equilibri cromatici e nelle variazioni contenutistiche. “Cambio continuamente i soggetti delle mie opere -spiega- perché tutto può essere importante a partire da un vaso di fiori”. Che si tratti infatti di nature, di viali, di figure, il processo creativo del pittore sempre implica una rivisitazione interiore che confluisce in espressività energiche ed immediate.
La corposità dei colori e la definizione dei tratti si uniscono al fascio di luce che irradia il viale centrale ne “Il sentiero”. Tra le sue ultime realizzazioni, l’opera testimonia l’energia con cui l’artista combina l’efficacia e l’immediatezza del gesto pittorico a quella forte componente espressiva che mai si limita alla semplice riproduzione dei soggetti.
Lo studio sulle applicazioni cromatiche trova un’emblematica rivelazione ne “La danza” del 2016 in cui il dinamismo dei corpi emerge dai tratti essenziali con i quali il pittore dà vita ad un vivace palcoscenico di sonore figure in movimento. Da ciò che lo circonda, da ciò che osserva, dalla realtà e dagli avvenimenti quotidiani l’artista estrae attimi, dettagli, effetti. L’improvvisa predominanza di sfumature e densità cromatiche non di rado induce a soffermarsi su dettagli ed inserimenti significativi che conferiscono ancor più forza alle composizioni.
È in fase di attuazione il processo di creazione ed ordinamento in “Dalla materia alla forma”, dove, con veloci ed intensi passaggi di colore il pittore cattura il momento in cui la pura energia incede e progredisce verso contenuti intelligibili. Si avvinghiano, si contorcono e si sovrappongono le fisicità ritratte ne “La distruzione” dove decisi tratti scuri e divisioni cromatiche originano il caos, il dolore di figure senza volto che protendono, per istinto di sopraffazione, al disfacimento della propria specie.
La psiche dell’uomo, i suoi punti deboli, ma anche quelli di forza ed i loro esiti sono tematiche frequenti nelle opere di Puca. Il costante lavoro di ricerca lo porta a sperimentare gli effetti del colore, spesso corposo e tendente al materico. In una delle ultime serie dedicata alle figure, tratti definiti lasciano emergere profili sintetici ed essenziali che descrivono in luoghi privi di epoche la solitudine dell’essere vivente. Involucri fisici solo apparentemente vuoti, rappresentano una vivida espressione delle condizioni e dei vissuti dell’uomo.
Il grande impegno e l’immenso sforzo che l’individuo deve compiere per raggiungere la comprensione trova una compiuta espressione nella tavola “Il dubbio nasce dal sapere”. Si distendono verso l’irraggiungibile gli arti e il busto di una creatura universale che ha intrapreso una lotta quotidiana per il raggiungimento della conoscenza ed il superamento di ciò di oscuro che da essa deriva.
Lo studio del corpo si unisce a definizioni materiche e luminose laddove l’artista ci propone figure statiche o in movimento che emergono da ambienti con cui sembrano compenetrarsi. Lo slancio e l’eleganza della figura danzante vengono colti nell’estensione dell’immagine femminile in “Ballerina”. Mentre attraverso la densità cromatica ne “La stanchezza” l’artista racchiude e polarizza ne l’abbandono del corpo seduto a riposo.
Nel suo incessante viaggio di ricerca l’artista volge verso la riduzione delle linee e delle tinte. In “Splash” tratti decisi e veloci definiscono con un’intensa espressività l’individuo che, avvolto dal turbine e dalla sequenza dei pensieri, tenta di afferrare e sostenere l’incontenibile peso del ragionamento.