Buongiorno Direttore, ci troviamo a Felonica ( Flonga in dialetto mantovano e ferrarese) , un piccolo paese provincia di Mantova di poco più di 1500 abitanti, e sede del museo della Seconda Guerra Mondiale del Fiume Po. Quand’e’ sorto il museo e come ?Cosa mi dice al riguardo?
Il museo è sorto nel 2006 quando un gruppo di persone compresero che la scomparsa dei testimoni diretti degli eventi bellici della seconda guerra mondiale nei territori del fiume Po avrebbe lasciato una lacuna incolmabile nella storia locale, storia per nulla raccontata sino a poco tempo fa nei testi storici. Serviva quindi qualcosa di importante che potesse divenire un riferimento per la memoria storica di un evento che aveva così modificato la nostra società.
Il piccolo comune di Felonica sulla riva del Po, il cui argine è a poche decine di metri dal centro storico, nell’aprile del 1945, è stata teatro degli atti finali delle Seconda Guerra Mondiale in quanto si è trovata sull’asse della ritirata delle truppe del Terzo Reich da un lato, e dall’altro quello dell’avanzata degli alleati. Il Museo di Felonica vuole pertanto essere un importante centro della memoria degli eventi bellici nei territori lungo il grande fiume . Dott. Guidorzi, qual è stato il criterio di selezione degli oggetti e reperti bellici esposti nel Museo? Come sono stati recuperati , da chi ed in quanto tempo? E’ stato necessario un lavoro di restauro?
Partendo da semplici oggetti donati o prestati da cittadini che capirono sin da subito l’intento e lo spirito del nascente museo si è arrivati negli anni ad esporre sempre più cimeli, questo grazie al lavoro di sensibilizzazione di importanti collezionisti locali e cittadini che sono arrivati a mettere a disposizione materiale. Punto fermo è che questo materiale abbia provenienza o comunque pertinenza con gli eventi storici locali. Infatti la quasi totalità dei cimeli è frutto di rinvenimenti autoctoni, in molti casi posseduti sin dai primi giorni dopo il passaggio del fronte. Fin da subito è stata anche intrapresa una ricerca metodica sul campo, sia tra il materiale conservato dalla popolazione che quello celato sotto terra oppure nell’alveo del grande fiume. Gran parte del materiale è stato restaurato per garantirne una adeguata conservazione, lavoro tra i più delicati e onerosi.
Il museo di Felonica è considerato uno dei migliori musei bellici sia in Italia che all’estero, tant’è che – visto il grande valore storico dei reperti stessi della ricca collezione, per volere delle autorità locali , occupa attualmente la prestigiosa sede del palazzo comunale. Quanti sono i reperti storici in esso contenuti? Sono tutti originali ?
Grazie alla lungimiranza e all’impegno delle amministrazioni che si sono succedute a Felonica il museo è man mano cresciuto, facendo il salto di qualità nel 2013 con l’apertura della nuova e attuale sede di 1000 mq. Infatti Palazzo Cavriani giaceva abbandonato in attesa di un restauro che lo riportasse ai fasti passati. Proprio grazie alla presenza e al progetto di installarvi il museo è stato possibile il recupero che ha visto l’inaugurazione della più ampia e prestigiosa sede. Questa nuova sede ha permesso di richiamare ancora più collezionisti i quali hanno messo a disposizione sempre più materiale, arricchendo l’esposizione che vede oggi diverse migliaia di reperti originali, autoctoni e spesso particolarmente rari. Contemporaneamente è stata sempre più potenziata la parte d’archivio con l’acquisizione di alcune migliaia di fotografie d’epoca e diverse ore di filmati originali girati nei territori del fiume Po. La pertinenza del museo è trasversale, toccando l’asta del fiume Po più interessata dal passaggio del fronte, compresa nelle province di Cremona, Mantova, Ferrara, Rovigo e spesso sconfinando in quelle di Reggio Emilia, Modena e Verona.
Quanti visitatori registra il museo ogni anno e da dove provengono?
I visitatori del museo di Felonica sono in continua crescita, ogni anno si supera il record precedente; numero ormai attestato a diverse migliaia di visitatori, con una percentuale importante di visitatori provenienti dall’estero.
Nel registro all’ingresso, si possono leggere i vari commenti ed impressioni sul Museo di Felonica, cosa mi dice al riguardo e quali sono le reazioni principali del pubblico?
La maggiore soddisfazione è sentire una frase molto comune pronunciata dai visitatori: “non ci aspettavamo di trovare un museo così qui a Felonica, siamo stati in molti musei di tutta Europa, percorrendo moltissimi chilometri, senza sapere di averne uno così anche in Italia!”
Il museo della Seconda Guerra Mondiale del Fiume Po fa parte di un’importante associazione di Musei storici , quali sono gli altri?
Il North Apennines Po Valley Park (NAPV) è un parco storico tematico che preserva la Memoria di un periodo spesso dimenticato della Storia del nostro Paese; l’ultima fase della Campagna d’Italia.
Nato nel 2012 grazie alla collaborazione tra il Centro Documentazione e Ricerche Storiche di Gotica Toscana Onlus (FI), il Museo della Seconda Guerra Mondiale del Fiume Po di Felonica (MN), il Museo Memoriale della Libertà di San Lazzaro di Savena (BO) e il Museo Winter Line di Livergnano (BO), il NAPV mutua il nome da quello che gli Alleati diedero alle zone di operazioni che da fine 1944 caratterizzarono l’ultima fase della guerra in Italia, gli Appennini e la Pianura Padana; “North Apennines” e “Po Valley” appunto. Nel 2016 l’ingresso nel NAPV del Museo Rover Joe di Fidenza (PR) ha aggiunto un altro importante tassello all’offerta culturale del network.
La costituzione del NAPV ha permesso lo sviluppo di percorsi assistiti di turismo storico-culturale rivolti ad un pubblico nazionale e internazionale che si snodano intorno a ciascuno polo espositivo. Le strutture, inoltre, offrono a visitatori, appassionati, studiosi e scolaresche la possibilità di approfondire la conoscenza degli eventi che caratterizzarono quei giorni lontani e degli uomini che scrissero quella parte di Storia attraverso l’esposizione di cimeli e materiali originali, la presenza di ambientazioni a grandezza naturale, la consultazione di libri, documenti e testimonianze filmate.
Le ambientazioni nel museo, come ad esempio la ricostruzione dell’argine fluviale dopo la fuga dei tedeschi è davvero verosimile, di chi vi siete avvalsi per queste ambientazioni?
L’allestimento del museo è di tipo dinamico, infatti un visitatore che ritorna dopo ad esempio un anno trova sempre nuovo materiale, in pratica esiste una turnazione per permettere l’esposizione di tutto ciò che si ha a disposizione. Si è optato per un allestimento tematico, ogni sala descrive un esercito belligerante o ha un suo tema specifico. L’esposizione classica è sempre affiancata da diorami a dimensione reale e valorizzata da supporti multimediali. Si è cercato di trasmettere l’importante storia delle singole persone, talvolta militari e in altri casi civili, attori e spettatori dell’evento che ha maggiormente modificato e plasmato la nostra società nel secolo scorso.
Lo scorso 1 marzo 2017 il comune di Felonica è stato annesso a quello di Sermide , assumendo il nuovo nome di Sermide e Felonica. Cosa significa tutto questo per il Museo? Pensa che vi sarà una ricaduta economica positiva ? Ricevete anche sovvenzioni statali?
Indubbiamente un comune grande può portare maggiori risorse ad un museo da sempre gestito da un appassionato gruppo di volontari che sacrificano il loro tempo per un nobile scopo di memoria storica.
Il 25 aprile 2017 Felonica ha ospitato i 160 mezzi storici della Colonna della Libertà ed il Museo e’ stato visitato da 900 persone tra figuranti in divisa oltre ad un vasto numero di pubblico. Cos’ha rappresentato tutto questo per il museo?
Indubbiamente una grande festa e un premio per tutti coloro che hanno creduto nel lavoro dei volontari e di una comunità particolarmente attiva. Per noi è stata una soddisfazione ascoltare i commenti positivi degli appassionati visitatori, molti di questi si sono riproposti di tornare per gustarsi una tranquilla visita.
Cosa significa dott.Guidorzi essere il Direttore di un cosi’ importante museo, e quali sono gli obiettivi futuri
La speranza è quella di poter accogliere sempre più visitatori e in particolare giovani, come gli studenti delle già numerose classi che visitano il museo o come i figli ed i nipoti di chi vide con i propri occhi quei tragici momenti. Il lavoro è ancora lungo e deve essere svolto per gradi, saranno la dedizione e il tempo a portare al raggiungimento degli ambiziosi obbiettivi.
Intervista di Daniela Paties Montagner a Simone Guidorzi, Direttore del Museo della II guerra mondiale del Po,Felonica (Mn),04 maggio 2017