«Senza un cambio di paradigma culturale non ci può essere nessuna risposta alle domande di avanzamento del territorio. Un Comune attento ai cambiamenti richiesti è un comune che da spazio all’innovazione, alla crescita sostenibile ed inclusiva con un approccio strategico e competitivo trasferibile. Vanno stimolate la relazione con il territorio ed i suoi partner per ottenere ammodernamento, gestione condivisa e consapevolezza del presente.
Frosinone capoluogo deve diventare un incubatore ed accelleratore di un percorso che valorizza talenti, imprese ed istituzioni. Più tecnologia e meno burocrazia. Siamo “affamati” di crescita: le parole d’ordine saranno Industry 4.0, smart factory, Area Vasta Smart, internazionalizzazione e welfare aziendale. In questo processo le infrastrutture informatiche sono importanti come quelle fisiche. Tra gli obiettivi della mia candidatura c’è certamente quello di stimolare opportunità per la crescita a partire proprio dal rilancio dell’economia locale.
Il lavoro lo creano le imprese, dunque, aiutare le imprese a produrre a costi più bassi significherà aumentare le opportunità di lavoro in questa terra. I dati riportati dall’Osservatorio Cerved dicono che nel Mezzogiorno si sta consolidando la vitalità imprenditoriale con l’85,8% di Pmi qui insediate e 637 mila occupati. Una vera economia di rete che , purtroppo, non si riscontra a Frosinone e nella intera provincia.
I dati della Camera di Commercio della Provincia di Frosinone sono inequivocabili: le società di persone attive fra il I trimestre 2016 ed il I trimestre del 2017 sono diminuite di 140 unità; di queste 50 sono del settore dell’artigianato. Questo avviene dopo anni di continuo stravaso d’imprese che chiudono e perdita di occupazione. Dunque mentre in Italia centro meridionale vi sono segnali di ripresa della imprenditoria, Frosinone rimane indietro. Non possiamo rassegnarci, va invertita la rotta che negli anni precedenti ci ha fatto perdere molte più aziende e posti di lavoro che in tutto il resto della Nazione.
Il Comune di Frosinone può fare molto a partire dal rilancio nel settore delle costruzioni senza però proseguire lo sfruttamento scellerato del suolo ma rilanciando i progetti che vanno nella direzione del risanamento di aree comunali con la ricostruzione degli edifici degradati. Le attuali leggi nazionali quali la nuova legge sugli appalti, gli stanziamenti per la rigenerazione urbana, il piano per le periferie offrono spunti ed opportunità enormi. Questi provvedimenti, sono stati messi a punto dal Governo, consapevole che è urgente rimuovere gli ostacoli di una legislazione superata rispetto alla crisi economica e sociale che ristagna. Uno degli ostacoli in tal senso è l’esistenza di Piani Regolatori comunali non più rispondenti alle condizioni attuali delle città.
A Frosinone si deve prendere in esame l’opportunità di una Variante al Piano regolatore che rilanci il settore. Tutto questo si può e si deve fare con trasparenza tramite il Reting pubblico senza temere la corruzione che blocca le opere pubbliche e le pratiche di innovazioni. Il rapporto biennale curato da Ernst & Young, una delle quattro grandi società di revisione contabile e consulenza a livello mondiale ci dice che la corruzione è un fenomeno diffuso per Il 56% dei lavoratori italiani contro il 39% della media mondiale, ma quello che più colpisce è che sono proprio i giovani a non averne paura. Va posta da subito attenzione alla moralità di impresa utilizzando mezzi come l’analisi forense nelle comunicazioni e la denuncia anonima interna.
Semplificare le procedure non è poi così difficile. L’Europa prevede che per avviare una impresa non servano più di 3 gg, 100 euro ed un unico ente amministrativo competente per tutte le procedure. La documentazione può essere compilata on line ovunque ci si trovi. Anche la riforma delle PA ha messo al centro il destinatario del servizi pubblico. Non appare difficile, ad un Comune intelligente, realizzare una task force per le semplificazioni e una agenda locale economica per rafforzare la filiera di innovazione e competitività del sistema che nella nostra provincia nasce due anni fa tramite il progetto di Area Vasta Smart e necessario al rafforzamento delle politiche di coesione 2020 per attingere ai fondi strutturali 4.0. Dobbiamo cambiare modello di sviluppo passando a quello sostenibile, innovare tutto l’ecosistema rilanciando la vocazione del territorio, creando nel comune del capoluogo un prototipo di police governance tra PA, finanza, fisco, competenze, utilizzando finanza etica e social bond».
Giuseppina Bonaviri