Presso la sede della SIOI, in Piazza Venezia, introdotta dal Presidente, Franco Frattini, s ‘è tenuta la “Lectio magistralis” del ministro degli Esteri della Repubblica armena, Edward Nalbandian, sul tema “La politica estera dell’ Armenia” . “L’ Armenia”, ha ricordato il presidente Frattini, “ che esattamente 25 anni fa, nel 1992, allacciava relazioni diplomatiche con l’Italia, un anno dopo la sua indipendenza dall’ “Impero” sovietico, è l’unico Paese membro della Comunità Euroasiatica (l’ organizzazione fondata nel 2000 da Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan, N.d.R.) che, al tempo stesso, ha precisi rapporti con l’ Unione Europea.”. “Le relazioni tra il nostro Paese e l’ Italia – ha ricordato Nalbandian – hanno lontane radici storiche, risalenti addirittura ai tempi delle Repubbliche marinare di Venezia e Genova: e investono oggi i campi piu’ vari, economico, accademico, culturale e anche militare ( i due Paesi, infatti, hanno da tempo in corso varie joint-ventures, e partecipano a varie missioni internazionali di pace, come anzitutto in Libano e in Afghanistan). Specialmente il partenariato economico in programma per novembre prossimo sarà un’occasione importante per approfondire le possibilità di cooperazione tra Armenia, Italia e d Europa tutta”.
“ Abbiano buoni rapporti , poi, con vari Paesi limitrofi”, ha proseguito il ministro, “come Russia, Georgia, Iran; ma, com’è noto, nessun rapporto con la Turchia, a causa della grave, pesante eredità del “Medz Yeghern” ( il massacro degli armeni del “1915 e dintorni”, per il quale, tuttora, la Turchia di Erdogan non vuol sentir parlare di genocidio programmato, N.d.R.)”. Mentre col vicino Azerbaigian, permane la tensione legata alla questione irrisolta del Nagorno-Karabak, l’ “enclave armena” in territorio azero che, ha ricordato il ministro, “non è mai stata veramente parte dell’ Azerbaigian”, ed anzi, negli utimi anni, ha proclamato unilateralmente la sua indipendenza. ”Da anni – ha ricordato Nalbandian – proseguono negoziati , purtropo senza frutto a causa dell’intransigenza azera; è tempo che la comunità internazionale si pronunci chiaramente contro quest’ intransigenza a priori, che paralizza tutta la situazione. Basti pensare che un accordo tra Armenia e Azebaigian per il Nagorno fu effettivamente raggiunto, nel 1994: ma dal ’97, la sua attuazione pratica, monitorata dall’apposito gruppo di Minsk dell’ OSCE ( di cui fan parte anche Russia e USA) s’è inesorabilmente incagliata”.
Fabrizio Federici