Si svolgerà il 17 giugno a Roma, presso la Clinica “Ars Medica” in Via Ferrero di Cambiano, il Congresso dell’ AMSI, Associazione Medici d’origine Straniera in Italia, centrato sul tema “Patologie vertebrali. Dalla diagnosi al trattamento riabilitativo”: evento aperto a tutti i professionisti della sanità, italiani e d’ origine straniera, che si confronteranno esponendo le loro relazioni, con accreditamento ECM.
Continua così il lavoro portato avanti, da oltre 16 anni, dall’ AMSI a favore dello scambio socio-sanitario, della cooperazione e dell’integrazione, e che ha visto organizzare oltre 500 convegni e congressi, nazionali e internazionali, arricchiti dalla recente istituzione dell’Unione Medica Euro Mediterranea – UMEM, realtà che conta migliaia di rappresentanti e delegati provenienti da vari Paesi euro-mediterranei. Nel corso dell’evento, i i professionisti della sanità partecipanti lanceranno il Manifesto #SanitàeMulticulturalismo, promosso da AMSI, UMEM, Movimento internazionale Uniti per Unire, Fimmg Lazio, “Emergenza Sorrisi – Doctors for Smiling Children” Onlus, con la partecipazione di ambasciate, ONG, comunità straniere in Italia, scuole e associazioni varie.
.Questo documento raccoglie le proposte di tutti i medici e gli operatori sanitari che spontaneamente si son voluti sentire parte di questa ricerca; ne emergono temi d’attualità che legano inscindibilmente la Sanità alla conoscenza culturale e religiosa, sollevati sulla base delle esperienze ricollegabili ai diversi Paesi e alle diverse culture, religioni e specializzazioni.
“Diamo il nostro contributo alla Sanità multiculturale con un manifesto che ci rappresenta e che speriamo possa migliorare il Sistema Sanitario Nazionale, dando un concreto spunto di cooperazione”, dichiara Foad Aodi, Presidente e Fondatore di AMSI e UMEM. “Il manifesto – aggiunge – sarà particolarmente ricco grazie al contributo di tutti coloro che han collaborato alla sua stesura, ed è il frutto delle esperienze dei nostri movimenti, di tante associazioni e comunità che operano a livello nazionale e internazionale. Per noi #Sanitàemulticulturalismo rappresenta il miglior farmaco per curare il populismo, per abbattere i muri della paura da una parte, la chiusura e l’isolamento di certe comunità e di alcuni cittadini immigrati dall’altra: contrastando la radicalizzazione dei “lupi solitari” e, allo stesso tempo, le strumentalizzazioni politiche degli immigrati e dei rifugiati. Proprio la medicina, infatti, insieme al dialogo, diventa lo strumento per eccellenza di apertura contro la paura e la chiusura. I punti che abbiamo messo in evidenza, poi, sono, a nostro avviso, i pilastri della sanità di oggi: aggiornamento professionale; telemedicina; prevenzione; scambio socio-sanitario; cooperazione internazionale; collaborazione inter-professionale; analisi delle patologie emergenti; sviluppo dei centri d’ascolto, comunicazione e informazione sui servizi sanitari nel rispetto delle diversità culturali e religiose, contrasto della medicina difensiva con una maggior alleanza tra medici e pazienti, e altri”.
“Il confronto e il dialogo multiculturale e multidisciplinare, da sempre caratteristica distintiva di AMSI ed UMEM, arricchisce i contenuti scientifici e propone un modello di collaborazione scientifica innovativo”, dichiara Pier Luigi Bartoletti, Segretario di Fimmg Lazio e Vicesegretario nazionale della Fimmg, “L’impegno di tutti i sanitari insieme, di qualsiasi origine, religione o colore di pelle”, aggiunge Fabio Massimo Abenavoli, presidente di “Emergenza Sorrisi – Doctors for Smiling Children” Onlus, e coordinatore del dipartimento Cooperazione internazionale di Uniti per Unire, “crea una sinergia fortissima contro ogni emarginazione, estremismo e intolleranza, e favorisce un vero percorso di benessere e integrazione”.
Anche Carlos Britos, Presidente del FOPEX (Forum peruanos en el exterior Italia – Europa) e coordinatore nazionale Comitato Immigrati in Italia (C.I.I.), esprime il suo sostegno nei confronti dell’iniziativa: “Come parte del processo dell’ immigrazione in Italia, attualmente ci sono milioni di persone immigrate che rivelano di avere veri bisogni socio-sanitari. Questo implica una risposta attraverso una formazione di medici, infermieri e altri operatori sanitari, per poter fornire prestazioni nel rispetto della nuova società, multietnica e multiculturale, italiana”.
Daniele Di Clemente, medico, esponente dell’ Ufficio di presidenza di Uniti per Unire e UMEM, aggiunge: “La problematica del contenzioso tra medici e pazienti, la cosiddetta “malpractice”, o medicina difensiva, affligge l’intero comparto sanitario causando un forte incremento annuale della spesa sanitaria (dato, questo, dimostrato da numerose ricerche). Per combattere e ridurre la medicina difensiva bisogna instaurare un’alleanza forte, di dialogo e fiducia, tra pazienti e professionisti della sanità, inclusi i pazienti di origine straniera: cercando di superare anche le differenze linguistiche, e rispettando la loro cultura e la loro religione”.
Fabrizio Federici