La galleria d’ arte “Augusto Consorti”, della mitica Via Margutta, è tra le piu’ storiche gallerie del Centro di Roma: ha iniziato la sua attività vari decenni fa, seguendo e promuovendo il percorso creativo di artisti come Vespignani, Attardi, Calabria, Sughi, Monachiesi, Omiccioli, Mambor, Muccini. Oggi, Augusto Consorti, nipote del fondatore, segue le sue orme proponendo al pubblico artisti che si richiamano variamente alle piu’ creative stagioni dell’ Avanguardia romana, continuando sempre ad unire tradizione e innovazione.
Sino al 17 giugno, questa Galleria ospita “Siamo liberi”: una rassegna di opere , realizzate con tecniche varie ( olio su tela, acrilico, carboncino, ecc…), di giovani artisti (circa 30), sui temi piu’ vari. Quel che accomuna gli Autori è l’essere tutti allievi del maestro Veronica Piraccini, artista titolare della cattedra di Pittura all’ Accademia delle Belle Arti di Roma ( prima donna, tra l’altro, ad aver avuto il riconoscimento accademico dopo la cattedra di disegno ottenuta da Artemisia Gentileschi nel 1600): presente anche lei alla mostra, e che proprio pochi giorni fa, lunedì 12 giugno,ha esposto, alla sala Riaria del palazzo della Cancelleria, l’opera “Dall’ impronta di Gesu’ “, ispirata alla Sindone di Torino e realizzata con la particolare tecnica della pittura “Impercettibile” (con un pigmento speciale che rende il quadro visibile, magicamente, solo al buio).
Denominatore comune delle opere (2 per ogni artista ) esposte alla Galleria Consorti è, oltre all’assoluta libertà nella scelta dei temi ( figurativo, astratto, paesaggi urbani e rurali, ritratti, fotografia, collages, ecc..), la “filosofia di base”: l’idea, cioè, dell’ arte come libero canale espressivo degli stati d’animo dell’artista e della sua personale ricerca psicologica, emozionale, estetica, sociale (“espressione sentimentale immediata”, per dirla con Croce e Berenson). Troviamo così, in un particolare caleidoscopio di colori e stili, i paesaggi urbani romani di Nicola Ciolfi e le allegorie, vagamente magrittiane, della giovane Andrea Ciccarelli, le “istantanee” nella neve ( parti d’un’ unica “storia in quadri”) dell’ iraniana Soodeh Shafiee e i ritratti di Laura Romano; sino ai ritratti femminili , esempio di incredibile pittura “fotografica”, dello spagnolo Pablo Piqueras e agli accostamenti tra le foto dei centri storici bombardati ( incredibilmente simili ) di Dresda 1945 e di Damasco 2013, realizzati dal giovane Sergio Saija. “Queste opere”, osserva Veronica Piraccini, “ci aiutano a riflettere su una tematica o un’idea, a esprimere la preghiera come terapia per me e per gli altri. La libertà non è mai banale: è essere, riflesso della propria interiorità; e l’arte è il fuoco che ci tiene in vita, ci aiuta a rilassarci con l’emozione, mentre toccare i cuori sprigiona tesori, per comunicare e nascondere allo stesso tempo”.
Un’ esposizione di ottimo livello, indicativa delle energie creative presenti oggi in tanti giovani. Energie che, sinceramente, oggi fa rabbia veder costrette ad andar quasi allo sbaraglio, in un panorama nazionale dove magari – come denunciato, negli ultimi anni, da giornalisti esperti di beni culturali, in primo luogo Vittorio Emiliani sul periodico “Il Terzo occhio” – Stato ed enti locali gareggiano nell’ organizzare mostre di tutti i tipi, spesso semplice battistrada di interesssi politico-economici, e, però, continua incredibilmente a mancare un’ organica politica per lo sviluppo delle arti.
Fabrizio Federici