«Dati recentissimi dell’Istat ci confermano che Frosinone risulta il capoluogo italiano dove si riscontrano maggiori perdite o dispersioni idriche superiori al 60% del volume delle acque immesse nella rete idrica, a causa dell’insufficiente manutenzione delle tubazioni, delle condotte fognarie, dei canali raccolta e dei tombini che in questi ultimi 20 anni non sono stati correttamente manutenzionate e sostituiti al bisogno. Tutto questo a discapito della popolazione che pur continuando a pagare elevate tassazioni per la rete idrica e fognaria, non riceve un servizio adeguato di supporto e di controllo, oltre che una certificata qualità delle acque potabili come previsto a norma di legge dal D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 (tutela delle acque e gestione delle risorse idriche).
Va aggiunto che frane e scosse sismiche anche non rivelabili dall’uomo sono concause importanti che agiscono sul suolo e sulle infrastrutture come fabbricati o condotte idriche, peggiorando l’integrità dei sottoservizi. Tutto questo genera degli effeti secondari che potenziano il degrado del suolo e sottosuolo di una città che risulta essere, purtroppo, insieme a Rieti, al primo posto nella classifica sismica nazionale.
La Rete La Fenice ha da tempo suggerito a questa amministrazione, pigra e non curante del benessere dei suoi cittadini, misure preventive che il Comune avrebbe obbligo di attuare ed attualizzare. Ad esempio, basterebbe lavorare ad una mappatura aggiornata di tutta la città tramite il recupero dei dati tecnici relativi a queste reti con un aggiornamento costante delle perdite e dei tratti obsoleti e a più alto rischio, come la zona collinare del centro storico di Frosinone. Ci chiediamo e chiediamo agli organismi comunali ed esterni addett:i da quanto tempo non avviene una videoispezione dei semplici tubi afferenti alle acque bianche e nere? Dove esistono, se esistono, nel nostro capoluogo dei rivelatori di perdite come piezometri, flussimetri o semplicemente controlli a vista dei tombini e delle cavitoie? Dove sono finiti i dati idrogeologici che a partire dagli anni ’80 furono raccolti dalla società Italtekna dell’ IRI e che rappresentavano il più grande patrimonio scientifico di studi eseguiti su Frosinone in tempi già sospetti?
Chiaramente questi provvedimenti, se metodologicamente utilizzati, scongiurerebbero tutte quelle gravi criticità soprattutto ora, in occasione sia della crisi idrica nazionale in atto che anche di quegli eventi metereologici eccezionali come previsti nelle prossime settimane, evitando inoltre fenomeni di esondazioni ed allagamenti.
Torniamo nuovamente a suggerire una gestione del territorio di governance dove le eccelenze e le migliori competenze locali siano messe insieme per garantire a costo zero qualità e soluzioni condivise, senza dovere accedere a ditte esterne o tecnici super pagati con i nostri soldi e che non conosco la nostra realtà.
Non è mai troppo tardi perché le “menti” amministraive e politiche che sono tornate alla guida del comune, pur essendo sempre uguali a loro stesse, diventino almeno per una volta recettive e sensibili alla buona prassi amministrativa» hanno concluso i portavoce della “Rete La Fenice con Bonaviri”.
Chiara Ferrante
Fonte immagini: Foglio n° 390, sezione III, Frosinone. Serie 25, edizione I, I. G. M.; Protezione conforme universale traversa di mercatore (U T M).