S’ è svolta presso la sede dell’ Istituto Italiano di Cultura alla nostra Ambasciata di Tunisi, una tavola rotonda sulla crisi del dialogo intermediterraneo, in particolare tra i Paesi della sponda nord e quelli della sponda sud. Il convegno è stato organizzato dall’Associazione OMeGA di Roma nell’ambito del progetto ( patrocinato da AMSI, UMEM, Comunità del mondo Arabo in italia, Co-mai) “Rotte Mediterranee”: partito da Cagliari il 2 luglio, e vòlto a rivitalizzare le antiche rotte del Mediterraneo (prima fra tutte, la Rotta del Corallo, percorsa da pescatori e mercanti di corallo tra Italia del sud e Tunisia) come direttrici di dialogo e cooperazione.
La tavola rotonda è stata introdotta dal presidente di OMeGA, ammiraglio Enrico La Rosa: che ha sottolineato l’importanza di riattivare un efficace dialogo intermediterraneo anche come strumento per restituire il Mediterraneo ai popoli che lo abitano, e per limitare l’influenza delle grandi potenze, i cui interessi spesso contrastano con le esigenze di tali popoli (in definitiva, il Mediterraneo ai mediterranei). Marco Lombardi (Università Cattolica di Milano), specialista in sicurezza e comunicazione nelle situazioni di crisi, ha parlato del terrorismo, non come fenomeno a sé, ma inquadrato nell’ambito della c.d. guerra ibrida (una tipologia di conflitto di cui fa parte, ad esempio, il crimine organizzato). Fenomeno difficilmente controllabile e per questo pericoloso, anche perché ad esso s’ unisce il dramma d’ un’emigrazione verso il nord sempre più estesa e sempre meno controllabile.
Germano Dottori (LUISS), storico e analista geopolitico, s’è soffermato sulla nuova politica estera USA, e sulle sue conseguenze nell’area del Mediterraneo (“il relativo ritiro degli USA lascia spazio a potenze regionali che cercano una posizione dominante nell’area, con aumento dell’instabilità e difficile ricerca d’ un nuovo equilibrio”). Il prof. Mohammed Fantar (Università di Tunisi), scrittore e incaricato del Governo per il dialogo interculturale e interreligioso, vede nell’ ignoranza della storia una delle cause della crisi attuale: in Tunisia, ad esempio, la gran parte della popolazione non conosce la storia del proprio Paese, e non è quindi in grado di valutare e capire il presente. La società e la cultura tunisina devono molto al periodo dell’ Impero romano, fase di unità del Mediterraneo, ma quasi nessuno ne è cosciente.
A margine sono intervenuti il prof. Salah Hannachi, che ha presentato “Il cammino di Agostino”, un trekking sulle tracce del santo nel nord della Tunisia, e il regista Souheil Bayoudh, che ha presentato il suo documentario sui problemi che oggi incontra in questo Paese la libertà religiosa.In conclusione, l’ammiraglio La Rosa ha ringraziato i presenti, e in particolare l’Istituto italiano di Cultura e il dottor Paolo Paluzzi per la preziosa collaborazione, ed ha invitato i presenti a seguire le successive iniziative di Rotte Mediterranee sui relativi siti FB (<@omeganews.info> e <@rotte.mediterranee>).
Fabrizio Federici