Non è più roba da partiti l’identità. Perché i partiti sono implosi come le regole che tenevano per mano le ideologie. Le identità di un gruppo, di un popolo, della gente comune rimangono ora questione di stratificazione, di radici che nascono e crescono tra donne e uomini nei territori, nelle periferie, nei sottoscala dei condomini, nei bar, nei cinema, nelle piazze, tra i giovani che non riconoscono più questo universo in fiamme.
L’isolamento nel quale i “furono partiti” hanno fatto precipitare i loro militanti, i loro elettori, i loro iscritti hanno origini moderne. Una classe dirigente che non si riconosce più nelle sfide e negli assi portanti di un progetto volto al prossimo è destinata ad evocare solo totem e tabù. Non si è più disposti a subire un dopo deformato e leva di un perenne scontro politico che non narra la storia di una Nazione o la volontà e la voglia di cambiamento in un tempo che travolge, inesorabilmente, le stagioni.
I “furono partiti”, oggi sirene in un oceano-tusmani, se ne assumano la responsabilità e, qui, poco conta la mutazione antropologica che viviamo nella società. Sono stati loro che hanno voluto la rottura di un patto che segnava il perimetro della loro uniformità perdendo così tonicità, forza, resistenza ed archiviando amori e passioni dal basso. La protesta si espande, allora, ed è comprensibile come l’isolamento diventa la logica del non voto. Tutto lecito, tutto possibile? No perché non può esistere una terra di nessuno quando esplode una crisi, il conflitto.
Attorno il mondo protesta per chiedere ripristino di valori, di funzioni democratiche, di progettualità evolute come risposta alla deriva autoritaria. Decisivo sarà mettere avanti l’interesse dei cittadini e dei territori, linfa vitale e risolutoria, identitaria per storia. Noi della Rete La Fenice con il Movimento di Innovatori Civici, che da qui prende vita, mettiamo da sempre al centro il bene comune e le buone prassi quale approdo alla ragionevolezza e ai traguardi contro le sfide attuali e contro l’abbandono delle periferie.
Il nostro impegno politico ha da anni denunciato i limiti che vanno corretti cancellando la mercificazione dell’uomo. Siamo pronti con la nostra rappresentanza, nata grazie alla nostra Federazione di civici provinciali e di cittadinanza attiva che presto presenteremo, a riempire quel vuoto di cultura, di mediazione, di unità trasversale, di larga impresa collettiva, di partecipazione organizzata che da anni è venuta a mancare in Ciociaria. Nessuno di noi potrà, adesso, più tirarsi indietro. Con coraggio e determinazione avanzeremo perché ci aspettano molte competizioni innovative».
Giuseppina Bonaviri