“Siamo profondamente addolorati e preoccupati per la catena di scontri, per i morti e, stando alle fonte mediche locali in contatto diretto con le Co-mai, gli oltre 500 feriti a Gerusalemme e in Cisgiordania”: così Foad Aodi, Presidente delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) e Fondatore di #CRISTIANINMOSCHEA, commenta la situazione drammatica in atto dopo la decisione del Governo Israeliano di installare i metal detector all’ingresso del terzo luogo sacro dell’Islam, la Moschea al-Aqsa di Gerusalemme (ad Amman, capitale della Giordania, inoltre, in una sparatoria nell’ambasciata israeliana sono rimasti uccisi due cittadini giordani, mentre un israeliano è rimasto ferito in modo grave).
I fatti di Gerusalemme han scatenato manifestazioni in tutti i Paesi arabi e nelle capitali europee, da parte di arabi e musulmani, a sostegno della Moschea, per difenderne l’ indipendenza e rivendicarne la dignità (Al-Aqsa rappresenta, infatti, un luogo di culto storico di grande importanza, non solo per i palestinesi, ma per tutto il mondo arabo e musulmano). “Non è con la provocazione e la limitazione dell’ingresso alla Moschea di al-Aqsa – prosegue Aodi – che si supera la guerra tra palestinesi e israeliani; anzi in questo modo si rallenta quel processo di pace tanto auspicato da tutti gli uomini e le donne di buona volontà, fatta esclusione degli estremisti e dei terroristi. I conflitti potranno allentarsi solo con una soluzione pacifica, che deve essere portata avanti dalla diplomazia internazionale, favorendo la costituzione di due Stati (E’ la formula “Un territorio, due Stati”: da decenni base ufficiale delle trattative israelo-palestinesi, sin dagli accordi di Oslo e di Washington del 1992- ’93, N.d.R.). Auspichiamo quindi che il Governo Israeliano faccia un passo indietro, decidendo di eliminare l’installazione dei metal detector per far cessare le manifestazioni in Medio Oriente e in Europa da parte delle comunità palestinesi, arabe e musulmane, unite senza distinzione a favore del terzo luogo sacro dell’ islam.
Siamo con Papa Francesco, che condanna qualsiasi atto disumano che minacci la pace nel mondo (“Sento il bisogno di esprimere un accorato appello alla moderazione e al dialogo. Vi invito ad unirvi a me nella preghiera, affinché il Signore ispiri a tutti propositi di riconciliazione e di pace”, ha detto il Pontefice a proposito di Gerusalemme, al termine dell’Angelus di domenica 23 luglio, N. d. R.).
“Stiamo correndo un grosso rischio”, conclude Aodi: quello d’ una mobilitazione #PalestineseArabaMusulmana nel mondo per la liberazione e l’indipendenza di al-Aqsa, che potrebbe portare a una quarta intifada. Non possiamo rimanere passivi e ci appelliamo ai Governi chiedendo loro di lavorare insieme al mondo arabo per accelerare questa pace. Perché non è solo una pace tra israeliani e palestinesi, è la pace di tutta l’umanità”.