di Alberto Zei
C’era una volta un vantaggio – Tra le penultime e le ultime vicissitudini tecniche e di risultato della Formula 1, la domanda che molti si pongono è dove stia la linea di separazione tra il lecito e l’ illecito quando “Fatta la legge trovato l’inganno”.
Sembra che in questi ultimi Gran Premi si caratterizzino per un motivo o per un altro con la rimonta delle Mercedes sulle Ferrari proprio quando si pensava che finalmente con qualche accorgimento tecnico migliorativo, soprattutto di assetto, la rossa avesse iniziato a distanziare l’ agguerrita rivale. Nel gran premio d’ Austria, qualcosa alle Ferrari non ha funzionato, ma meglio ancora si può dire che è alla Mercedes che qualcosa funzionato di troppo; di troppo però, senza uscire dal limite che l’ attuale regolamento impone. Quella partenza bruciante di Bottas che per una serie di ragioni non potrebbe essere naturale, ha tuttavia raggiunto lo scopo, consentendo al finlandese della Mercedes di salire sul gradino più alto del podio. Alla luce di quanto è avvenuto sarebbe opportuno rivedere il regolamento delle partenze per non consentire come un trucco di troppo a chi pur non violando le norme, possa aggirare l’ostacolo in concorrenza sleale con gli altri avversari.
“Nulla poena sine lege” – Così dicevano saggiamente i Romani, ritenendo di non poter condannare nessuno se non c’è una specifica violazione di norme in atto. Pertanto, nella Formula 1 durante la vigenza dell’attuale regolamento, non può essere ipotizzata una violazione per qualcosa che non è stata vietata. In merito al Gran Premio di Austria sulla fulminea partenza di Bottas, non è quindi possibile intervenire su un fatto che si intuisce derivato dal comportamento anomalo di questo pilota, ma non sanzionabile e quindi non punibile. Continuare a discutere in tal senso non porta ad alcun concreto risultato.
Dal momento però, che tutte le norme che disciplinano gli eventi della Formula 1 fanno parte integrante di un regolamento, prima che le norme uguali per tutti possono essere aggirate a vantaggio di qualcuno, sarebbe opportuno intervenire sul regolamento con qualche precauzione, certamente non di troppo. In tal caso, per prevenire nel futuro il ripetersi di un caso come quello di Bottas, significherebbe portare innovazioni a tutela di tutti. Vediamo un esempio analogo e istruttivo in cui la partenza di una gara è disciplinata da tecnologia d’avanguardia per rendere evidente l’eventuale anticipo della partenza, rispetto al tempo stabilito.
Un esempio da imitare – Uno degli esempi più conosciuti è quello della gara podistica di velocità dei 100 m piani in cui i sensori della partenza rivelano se il concorrente si è mosso prima che siano trascorsi 200 ms dal segnale di start. Se ciò avviene quella partenza non viene considerata utile in gara in quanto sarebbe impossibile che i riflessi umani possono rispondere avanti il tempo sopra menzionato. In caso contrario quindi, anche se il concorrente è partito dopo lo start, la sua partenza viene ugualmente ritenuta anticipata. Se si esclude una decisione che avrebbe eventualmente potuto castigare l’eccessiva esuberanza di Bottas, è astrattamente possibile però, ideare un dispositivo elettronico calibrato sul tempo di esecuzione regolabile a piacere e capace di attivarsi dopo lo spegnimento della rossa luce dei semafori.Il criterio è semplice; così come semplice è realizzare un dispositivo che generi il segnale di start ad un tempo selezionabile dopo lo spegnimento dei quattro semafori rossi della partenza.
Un intervento di routine – La parte complementare riguardante il sistema meccanico che rilascia la frizione automaticamente, rientra nella meccanica di routine della Formula 1 che non ha bisogno di ulteriori precisazioni, in considerazione della ingegneria di avanguardia di cui dispone.
E il gioco è fatto. E’ chiaro che si tratta solo di un’ipotesi tra le altre ipotesi; ma se ciò vale per una scuderia, è chiaro che anche un’altra sarebbe in grado di concepire un sistema di questo genere, in quanto è relativamente semplice.
Ecco allora che “ fatta la legge trovato l’inganno” , almeno per un ragionevole lasso di tempo. Ma se un sistema di tal genere che si sostituirebbe alla risposta dei riflessi del singolo pilota non fosse immediatamente sanzionabile, così come si riterrebbe, questo potrà essere di nuovo neutralizzato con una altrettanta nuova disposizione del regolamento. E quale? Quello del nuoto ad esempio, ma non solo, impiegato al momento nei campionati internazionali in cui al tempo stabilito per percepire lo start, si deve aggiungere quello biologico del trasferimento dell’informazione e quello che si traduce come spinta muscolare del piedistallo di partenza. Se il tempo di intervallo inferiore al limite umanamente possibile in cui la partenza possa avvenire, e allora interviene la segnalazione. È vero che tutto è transitorio e pertanto, aggirando la legge che vieta, anche a questo accorgimento, si troverà l’inganno. Ormai l’elettronica è divenuta malleabile come la plastica, potendo fare con questa ciò che si vuole. È quindi possibile che al regolamento della Formula, cambiato nel modo descritto, si possa concepire successivamente delle aggiuntive contromisure, come avviene nella guerra elettronica.
Qualche modifica di troppo – Mentre alla Mercedes sono state contestate modifiche alle sospensioni ad assetto variabile a seconda delle circostanze, alla Ferrari la contestazione caduta sulle modifiche al fondo macchina che conferiva all’autovettura un assetto variabile con maggiore aderenza al terreno consentendo alle gomme di lavorare al meglio in particolare alle velocità più elevate.
Evidentemente il divieto per un verso o l’altro, riguarda quasi sempre l’assetto variabile che trattandosi tutto sommato, di semplici lamiere, la variazione consiste nella flessibilità dei relativi piani. In questi casi sono le gomme a offrire la massima aderenza al terreno per sfruttare la potenza del motore al massimo dei giri impressi alle ruote, cioè senza slittare. Anche la Mercedes non è certa da meno sul borderline delle norme lecite, tanto da destare sospetto di qualche rafforzativo del carburante, in caso di necessità di una maggiore spinta, ma finora non sembra che l’intuizione di questo e di altri espedienti abbiano portato al riscontro di conclamate irregolarità.
Appuntamento al gran premio di Ungheria – Sono ormai due i fattori su cui lavorare almeno quest’anno, per riprendere quello spunto che la Ferrari aveva dato l’idea di avere individuato, riguardante da un lato l’aderenza delle gomme, quella stessa aderenza insufficiente che ha fatto perdere a Raikonen nel Gran Premio di Austria quei pochi decimetri sufficienti ad arrivare dopo la Mercedes di Bottas.
In modo più sinistro è andata la corsa in Gran Bretagna per le Ferrari, con Vettel costretto ad un disastroso cambio gomme dopo la foratura a pochi kilometri dal traguardo; mentre Raikkonen è riuscito solo a catturare con gomme malandate, il terzo posto del podio. Vi sarebbero effettivamente alcune scusanti; ma non vale la pena neanche prenderle in considerazione, poiché ci troviamo di fronte prima della pausa estiva, ad una nuova inversione di tendenza questa volta per le Mercedes che sembrano volersi appropriare di tutto, compreso la supremazia persino dei primati.
Che cosa resta – Un fattore molto importante per la Ferrari è quello di riuscire ad ottenere quello spunto motore sul rettilineo, capace almeno di battersi alla pari con la potenza delle monoposto Mercedes. Allo stato delle cose però, stante la prevalenza Mercedes, molto probabilmente nella prossima gara si assisterà ad una pari strategia per l’ impiego di set gomme, la sola al momento, temporali a parte, in grado di tamponare l’attuale vantaggio tedesco in attesa della ripresa gare, a fine estate. Dall’ usura dei pneumatici si potrà risalire agli interventi Ferrari sulla aderenza, sia in curva che in rettilineo, dove ormai anche le inezie, fanno la differenza.
È vero che la tecnologia tedesca si esprime sempre o quasi, alla massima capacità realizzativa, ma è altrettanto vero che la creatività italiana fa parte integrante della nostra tradizione storica, tanto che fino a quando questa non assumerà dimensioni industriali di sistema , il vantaggio dovrebbe essere italiano.