Ogni luogo deputato ad ospitare una forma espressiva offre al linguaggio artistico l’esclusività di comunicare la propria forza. Dal dialogo che abbiamo con Dadia, alias Maria Grazia Chiappinelli, ad emergere è anche il valore comunicativo dell’arte, o meglio, quella capacità unica ed esclusiva che permette alle forme creative di instaurare uno scambio continuo –emotivo e costruttivo- con l’ambiente che le accoglie.
La incontriamo nel suo studio di Ladispoli, alla vigilia di una nuova esposizione alla quale parteciperà con una selezione delle proprie opere. Da questa sera, venerdì 4 a domenica 6 agosto sarà infatti tra gli artisti presenti a “TolfArte, Festival internazionale dell’arte di strada e dell’artigianato artistico”, dove presenterà una serie di tele di grande formato, alcune delle quali inedite.
Diverse le mostre alle quali Dadia ha partecipato negli ultimi periodi. Fino allo scorso 22 aprile la sua opera “Limpido” è stata esposta in una delle sedi della Triennale di Roma. Mentre, tra le ultime partecipazioni c’è quella al “Tolfa Jazz” che si è tenuto lo scorso luglio. “Credo che ogni esperienza espositiva fornisca all’artista un’emozione diversa –commenta Dadia- un momento di arricchimento e confronto culturale, artistico, umano”.
Erompe la potenza cromatica in quest’ultimo periodo produttivo. È a “Woodstock” che l’artista affida il compito di esprimere l’energia sprigionata da un pensiero che si libera, che evoca ed incarna il significato di un momento, l’essenza di un luogo, l’intensità del ritorno. La penetrante valenza espressiva dell’arte, per questa autrice, trasmigra da un ambiente all’altro, da ognuno attingendo tutte quelle forze generatrici che lo distinguono e connotano.
Le totali immersioni nella dinamicità dei colori, che l’autrice mette in atto nel suo laboratorio attraverso la “fluid art”, sono viaggi nell’arte che non si esauriscono nel gesto creativo. A nutrire la nascita delle opere di Dadia c’è sicuramente l’osservazione di tutto ciò che la circonda e l’ascolto delle sensazioni da essa generate. Accanto alla natura, tra i motivi che più ispirano la sua produzione, a prendere forma sulle tele è la rigenerazione di tutto ciò che l’autrice assorbe attraverso i suoi sensi e ricostruisce attraverso quell’universo emotivo e culturale che custodisce.