Quattro e non cinque. Come un’attrice passata la soglia dei cinquanta, anche il liceo breve si toglie un anno di troppo e con tanto di lifting prepara la sua grande entrata nella scuola italiana. A sancirlo il decreto ministeriale firmato la settimana scorsa dalla Ministra dell’istruzione Valeria Fedeli, che darà il via alle sperimentazioni in cento istituti a partire dall’anno 2018/2019. Eppure, il provvedimento che ha colto di sorpresa molti e nemmeno a dirlo, infervorato i commenti sul web, è tutto fuorché giovane!
Risalgano agli anni 80’ le prime proposte, avanzate dai socialisti, di anticipo del periodo di scolarizzazione all’età di 5 anni; Poi, dopo l’idea berlingueriana di un settennio unico per scuola primaria e secondaria di primo grado, la volta è arrivata con la Moratti. Fu l’allora ministra dell’istruzione a cominciare a parlare di riduzione del percorso superiore. Questo walzter di pareri è continuato fino al 2013, quando hanno preso il via i primi esperimenti di licei quadriennali per la scuola paritaria, poi ampliati agli istituti pubblici, con il sostegno deciso del ministro Maria Chiara Carozza.
Per gli studenti che a partire dal 2018 parteciperanno al progetto del Miur è previsto il conseguimento dei medesimi obiettivi raggiunti dai loro compagni in cinque anni. Ma secondo le scuole aderenti, il gioco vale la candela: per i giovani questa modifica dell’iter rappresenta la possibilità di entrare con un anno di anticipo nel mondo del lavoro, mentre per l’Italia, l’accorciamento delle distanze che la dividono dagli standard di istruzione europei, molti dei quali con termine del percorso formativo al diciottesimo anno di età. La situazione però, è più intricata di quanto possa apparire .
Gli ultimi rapporti forniti da Eurydice, la rete europea di informazione sull’istruzione, dimostrano come i modelli educativi diffusi in Europa non siano affatto omogenei: solo la metà di essi ha termine all’età di 18 anni mentre sono molti i i paesi con soglia a 19, che riportano i migliori risultati didattici.
Se appare scontato che il monte ore dei licei brevi subirà un aumento considerevole da 900 a 1050, sottovalutato fino ad oggi è stato il tasto delle assunzioni, dolente per i sindacati che temono ripercussioni sul personale e sugli stipendi. Alla fine del mese di agosto il Ministero pubblicherà il bando per permettere alle scuole di candidarsi entro il periodo dal 1 al 30 Settembre.
Ma prima di inoltrare la richiesta è bene sapere che la Commissione di valutazione scelta dal Miur, valuterà le proposte delle scuole in base al grado di innovazione, alle tecnologie a disposizione, all’efficienza dei laboratori e all’applicazione del metodo CLIL ( insegnamento di una materia in lingua inglese).
Non remoto è il rischio che a vedersi concesso il privilegio della riduzione annuale, siano quegli istituti rinomati già per il grado di efficienza e avanzamento. Il che, detto tra noi, non fa che aumentare il disavanzo con altri istituti, favorendo la creazione di scuole di serie A e di serie B.
Una scuola alla moda, multimediale, veloce: la rivoluzione per i Millenials passa da qui. Che a una cultura solida si arrivi ugualmente malgrado scorciatoie e tagli, questo dovranno dimostrarcelo.