di Alberto Zei
Il costo/beneficio dell’accoglienza ad oltranza – È vero che gli impegni sono molteplici, le risorse sono scarse, le scelte oculate sono difficili, ma non dobbiamo scordarci che coloro che hanno assunto la guida del Paese si sono offerti all’elettorato per questo compito. Ma anche i personaggi cooptati nei vari dicasteri amministrativi, dai partiti politici che hanno ottenuto la maggioranza non possono far credere che si stiano sacrificando, bontà loro, per gli interessi altrui. Al di là del bene e del male, come si suol dire, il compito del governo di uno Stato sovrano è quello di occuparsi soprattutto, del benessere dei propri cittadini. Ma un conto è dire in senso metaforico: ”aggiungi un posto a tavola”, riferito all’accoglienza degli immigrati che si trovano nel nostro paese, altro invece è sacrificare il benessere degli italiani per devolvere una parte considerevole delle risorse economiche dell’ Italia a tempo indeterminato, a vantaggio degli stessi ospiti e a discapito delle esigenze dei cittadini ed in particolare degli italiani meno abbienti. Non si tratta di milioni di euro, ma di miliardi, che non sarà certo la UE a rifondere.
Un conto è subire e altro e cercare – In tema di immigrazione, potrebbero essere in parte tollerati anche alcuni sbarchi clandestini se non si è stati capaci di evitarli fin dalla partenza. E’ invece assurdo e contrario allo stesso interesse politico delegato elettoralmente a certi nostri governanti, di aver inviato per anni, davanti alle coste libiche, le navi della nostra marina a prelevare gli immigranti dalle loro imbarcazioni sempre più improvvisate. Si è trattato infatti, di persone provenienti dai traghetti gestiti da trafficanti di carne umana che fanno per la brevità del percorso, una rapida spola tra terra e le navi impegnate alla loro ricerca.
Il motivato incremento dei flussi migratori – L’ insperato breve percorso di consegna degli immigranti alle navi che si recano sotto costa, rappresenta per gli stessi mercanti un plusvalore commerciale con maggiorazione di profitto, sia per assicurare o così ragguardevoli loro tramite, un trasporto più sicuro, più rapido e più comodo in Italia, sia per la possibilità di organizzare a ritmo più sostenuto ulteriori viaggi con zatteroni improvvisati per il breve percorso e recuperabili per quello successivo. Risultato? Nella prima metà del 2017 gli arrivi sulle nostre coste sono stati circa 100 mila ciò significa che alla fine di quest’anno, si raddoppieranno.
La presenza di queste navi nella vicinanza delle coste libiche, come sopra accennato, è stata nel tempo assicurata dal nostro governo, e, lucrosamente incrementata dalle iniziative delle cosiddette ”organizzazioni non governative”(ONG). Su alcune di queste, si è ormai consolidato il sospetto e per certi casi, la certezza di una vera e propria programmazione sul “fortunato” e tempestivo incontro, guarda caso, con imbarcazioni sulle quali gli immigranti cercavano aiuto, come. quello in figura. Basta infatti, guardare per comprendere di quale stato di necessità si tratta.
La ostinata noncuranza – La scelta organizzativa di ospitalità per tutti coloro che hanno inteso recarsi in Italia da terra d’ Africa, ha così potuto sensibilmente incrementare l’affluenza degli stessi immigrati; immigrati che hanno mantenuto in costante saturazione i centri di accoglienza “pelosamente” sempre in insaziabile attesa di profughi e di sovvenzioni italiane, ricavate dal denaro dei contribuenti.
Dopo avere preso atto dell’ inequivocabile il diniego europeo di un’accettazione di questo genere, a causa delle programmatico rifiuto della Francia, della Svizzera, della Austria ad accogliere i profughi che l’Italia preleva e trasporta in questo modo a centinaia di migliaia sulle nostre coste, la protesta dell’Europa si sta moltiplicando.E mentre tutto questo avviene nostri governanti, come se nulla fosse dichiarano di non aver dubbi sulla loro lungimirante saggezza in tema demografico. Ma quale è stato e quale continua ad essere, il risultato, se non quello di avere fatto occupare la dentro le frontiere, una terra così tanto difesa nel corso della storia dal sacrificio di coloro che ci hanno preceduto.
I chiari segni della UE – Nessun ripensamento quindi da parte dei nostri politici responsabili almeno delle loro stesse decisioni, neppure di fronte alle proteste della Polonia, della Slovenia, dell’Ungheria e della Repubblica Ceca che vedono l’ Italia mettere in pericolo la stessa integrità europea. Esiste infatti, sia dal punto di vista demografico, il pericolo di non riuscire a mantenere in Europa la nostra tradizionale cultura, sia da quello della sicurezza, la probabilità statistica dei continui attentati che avvengono nei Paesi della Unione Europea. Potrebbe essere questo, l’ atteggiamento che fa evitare attacchi diretti proprio sul trampolino di sbarco dei flussi immigratori rappresentato dal nostro Paese? Ma se così fosse, quale sarebbe il ruolo dell’Italia nella UE per una parte del genere?