“Ci sono i vivi sopra e i morti sotto e noi in mezzo. C’è un mondo in cui tutti s’incontrano, il mondo di mezzo…” Queste inquietanti parole, pronunciate da Massimo Carminati, hanno conquistato le prime pagine di tutti i quotidiani italiani ormai due anni fa, quando venne scoperchiato un oscuro legame fra malavita romana ed istituzioni. Un legame i cui contorni sono ancora in gran parte oscuri, e che forse tali sono destinati a rimanere per sempre.
Parlando di “legami”, un’altra connessione fondamentale è quella fra fiction e realtà, laddove dal loro incontro spesso nascono opere destinate a rimanere impresse nell’immaginario collettivo. E così come Carminati, prima di tornare alla ribalta della cronaca nera del nostro Belpaese, aveva ispirato, insieme ai suoi compari di un tempo che non c’è più, una serie televisiva forse fra le più importanti mai prodotte in Italia, Romanzo Criminale, adesso, nel 2017, è il complice inconsapevole di un progetto editoriale che, nelle intenzioni, è destinato a cambiare il modo di vedere una parte della cultura italiana, quella del fumetto seriale. È infatti partita l’operazione Caput Mundi, un progetto pubblicato sotto l’etichetta dell’Editoriale Cosmo, il quale coinvolge diversi nomi di spicco del fumetto italiano. L’idea nasce da Roberto Recchioni, autore, sceneggiatore e attuale direttore editoriale di Dylan Dog, e prende spunto proprio dall’inchiesta di Mafia Capitale e da tutto ciò che vi è connesso.
I mostri di Roma, che è anche il sottotitolo di questa miniserie in sei parti, sono i veri protagonisti, in una trama in cui potere economico e politico si incastrano con la piccola criminalità romana. Un sottotitolo bivalente, dato che sì, i
mostri sono coloro che si muovono nell’ombra, quelli che dietro una rispettabile famiglia o sotto la rossa tunica da prelato nascondono loschi traffici di droga, potere ed armi. Ma in questo caso non ci si ferma all’aspetto metaforico dell’espressione dato che, qui, i mostri, sono reali. Lupi mannari, vampiri, creature brutali e striscianti che hanno basato la loro fama oscura sulla violenza e sulla loro sete di sangue, si muovono fra le vie della Capitale, sull’asfalto della Tangenziale, sui sampietrini di Piazza del Vaticano, mimetizzandosi fra le persone normali, in un mondo in cui di normale è rimasto ben poco.
Il primo numero porta le firme di Michele Monteleone e Dario Sicchio per quanto riguarda i testi, trasposti su carta dai disegni di Pietrantonio Bruno. Ma la parte migliore di questo progetto, quello che lo rende una vera novità per quanto riguarda il panorama fumettistico nostrano, è la creazione di un universo narrativo vero e proprio, sullo stile di ciò che accade nell’industria di genere americana più o meno dalla sua nascita. Fra le pagine di questa miniserie, infatti, troveremo personaggi diversi, che qui si incontreranno, interagiranno fra loro, probabilmente con la violenza tipica delle loro storie dedicate. Nel primo numero di Caput Mundi uno dei protagonisti è Pietro Battaglia, vampiro nato fra le trincee della Grande Guerra e da allora presenza oscura in tutti i grandi avvenimenti della storia italiana, soprattutto (l’avreste mai detto?) per quanto riguarda quelli più torbidi. Un personaggio nato nel 1995 dalle menti proprio di Recchioni e di Leomacs, che curò il reparto grafico, e a cui è stata dedicata una collana di grandissimo successo, attualmente pubblicata proprio dalla Cosmo. Ora Pietro Battaglia entra a far parte di questo universo condiviso, insieme a tantissimi altri personaggi che scopriremo mano a mano, su ogni nuovo numero.
In un momento come questo, in cui il fumetto seriale italiano sta riscoprendo nuovi fasti, un’operazione come questa è ciò che potrebbe essere considerato, se non la ciliegina sulla torta, comunque un grandissimo passo avanti verso progetti editoriali sempre più audaci e di qualità.
Andrea Ardone