Qual è lo strumento più adeguato per governare oggi Roma? E’ la domanda che ha dato il via al convegno ospitato, a Roma, dall’Università Telematica Internazionale “UNINETTUNO” e organizzato in collaborazione con la rivista “Federalismi”.
Una legge speciale è quella auspicata da Luigi Zanda, capogruppo del Partito Democratico al Senato: “Una legge che tenga conto dei grandi problemi della città e stabilisca un finanziamento annuo per coprire i costi della Capitale”. D’accordo Giuseppe Roma, segretario generale della Rete urbana delle rappresentanze, che propone una legge in grado di “determinare i poteri per gestire una città molto grande; di prevedere un decentramento nei municipi”, e l’istituzione di un’agenzia tecnica. “Roma – ha aggiunto – è governabile, ma deve ritrovare un equilibrio tra la governance e la base produttiva”.
Tre, invece, le esigenze individuate da Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale: “Avvicinare l’amministrazione alle richieste dei cittadini; far sentire la voce dello Stato all’interno del’amministrazione capitolina e rifondare quest’ultima”. Secondo Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, “non è da escludere l’ipotesi della città-regione”. Alla città-metropolitana pensa invece Filippo Tortoriello, presidente degli Industriali di Roma e del Lazio, secondo cui la governance dovrebbe essere ripartita tra i vari municipi della Capitale; sarebbe aupicabile, ha aggiunto, “La nomina d’ un commissario ad acta, per affrontare in modo veloce i problemi della città”( qui, aggiungiamo, come non tener presente l’esperienza, per vari aspetti positiva, del commissario governativo che governò Roma per quasi 9 mesi, dopo le dimissioni di Ignazio Marino?, N.d.R.). Secondo Beniamino Caravita, professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico alla “Sapienza”, la soluzione potrebbe essere individuata in un giusto mix tra “strumenti di governo autonomo e strumenti legati al Governo centrale”.
Altro giro di tavolo, moderato dal vice direttore de “Il Messaggero”, Massimo Martinelli, per rispondere alla seconda domanda: “Qual è la dimensione ottimale di Roma Capitale”?
Zanda e Gasparri concordano sull’idea di Città metropolitana; secondo Beniamino Caravita, invece, il perimetro geografico e amministrativo di Roma Capitale deve coincidere con quello del Comune di Roma. “Rigore scientifico” è quello a cui si appella invece Cassese, per definire il dimensionamento della città.
Risposte laconiche ma efficaci, quelle dei relatori alla domanda conclusiva: “Qual è la soluzione per risanare il bilancio della Capitale?”. Secondo Zanda urgono “una buona amministrazione e un risanamento del debito, anno dopo anno”. Giuseppe Roma, invece, propone strategie economiche migliori e una maggiore responsabilizzazione di chi governa. Per Gasparri, l’unico male da combattere non è la corruzione, ma “l’improvvisazione e l’incapacità” della governance, con evidente riferimento all’attuale Giunta capitolina. Infine, Tortoriello invoca “trasparenza e correttezza”, uniche armi per risanare il bilancio disastrato della Capitale.
Fabrizio Federici