«Bene, si sente in giro il desiderio di cambiare. A partire dalle quattro chiacchiere con le amiche al bar per arrivare a specifici incontri politici dove la partecipazione di chi finora, divorato dalla fame di potere ha governato solo per logoramento, chiede una reale inversione di marcia.
Penso allora che il nostro lavoro politico, decennale e di contaminazione, a favore della buona prassi volta al progresso e alla sensibilizzazione dal basso – fatto spesso in solitaria perché faceva paura a tanti – sia valso la pena di esistere. E ne vado fiera.
Passiamo ai temi che più ci stanno a cuore e che sono attualmente gli unici che possono dare vitalità e splendore al lavoro sommerso di tante donne e tanti uomini delle nostre periferie partendo proprio dall’evoluzione competitiva per arrivare ai portafogli di moneta virtuale e agli investimenti delle aziende sulla sharing economy come ai big data, ai progetti on air, alla intelligenza artificiale, alla bionica e alle megalopoli.
Tanto per iniziare per un futuro sostenibile dell’urbanizzazione appare importante da subito capire il funzionamento del metabolismo urbano attuale che viene definito come “la somma totale dei processi tecnici e socioeconomici che si verificano nelle città, con conseguente crescita, produzione di energia ed eliminazione dei rifiuti”. La conoscenza di questi aspetti permette di affrontare temi come lo stress ambientale, la progettazione, il potenziamento delle infrastrutture e la competizione per le risorse. Le sfide per il nostro futuro si vincono così come anche quelle per la nascita dei nuovi gruppi di governance dei territori.
Secondo la Commissione Europea ben 47 Regioni hanno un basso livello di crescita e sono in ritardo per ricchezza. Queste possono essere rilanciate solo mediante una combinazione efficace di investimenti nell’innovazione, nella qualità delle istituzioni, nelle infrastrutture, nel capitale umano e nella connettività facendo proprio il messaggio e i contenuti dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
A tal proposito ad ottobre 2017 è stata approvata la Strategia che rappresenta il primo passo per declinare e calibrare gli obiettivi dell’Agenda 2030 nell’ambito della propria programmazione economica, sociale e ambientale. La Presidenza del Consiglio ha approvato anche l’adozione dei nuovi coefficienti di riparto complessivo dei fabbisogni standard dei Comuni per il 2018, relativi alle funzioni di istruzione pubblica, gestione del territorio e dell’ambiente-smaltimento rifiuti, amministrazione e controllo, polizia locale, viabilità e territorio, trasporto pubblico locale, servizi di asili nido e altri servizi sociali.
A tal proposito, viene spontaneo chiedere, a che punto siamo in Ciociaria e nella Regione Lazio? A chi domandarlo? Con chi consumare un dialogo intelligente con obiettivi chiari e perseguibili? Chi sarà in grado, prossimamente, di obbligare una Agenda adeguata e in linea con quanto richiesto? Qualcuno ci sa rispondere? Non ci stancheremo di chiedere questo a chi dovrebbe rappresentare il nostro entroterra. E lo avremo per il bene della nostra comunità».
Giuseppina Bonaviri