Il braccio di ferro tra il segretario della Cgil Susanna Camusso e il governo in merito alla riforma sulle pensioni, seppur rimandato a martedì, lascia intravedere fin d’ora, molti sconfitti ma pochi o nessun vincitore. La Camusso, ospite da Lucia Annunziata a “½ Ora in più”, ha ribadito le posizioni della Cgil in vista del prossimo incontro di martedì, ma ha rimarcato anche la necessità di norme che tutelino giovani e donne.
Cosa prevede il pacchetto- pensioni
L’intenzione del governo di innalzare l’età pensionabile a 67 anni, resta. Ciò nonostante il nuovo pacchetto pensioni presentato dal Ministro del Lavoro Poletti, insieme con il Ministro Padoan e il Presidente Gentiloni, prevede un “occhio di riguardo”, se così si può dire, verso specifiche categorie. Oltre all’esenzione da quota 67 per i lavori gravosi, è stata proposta l’istituzione di un fondo per potenziali risparmi così da permettere la proroga dell’Ape sociale. Questo provvedimento è rivolto a 11 categorie di lavori gravosi, a disoccupati senza assegno da almeno 3 mesi e a chi assiste familiari con handicap grave, agli invalidi al 74%.
Non è detto però che “ al tavolo dei lavoratori esonerati”, non vengano aggiunti quattro posti in più: operai e braccianti agricoli; marittimi; addetti alla pesca; siderurgici di seconda fusione e lavoratori del vetro. Ulteriore novità, la promessa del governo di revisione del meccanismo di calcolo della speranza di vita nell’eventualità di fissare un “limite massimo di tre mesi” per ogni futuro rialzo.
Il No della Camusso
Ma se Poletti parla di “passo in avanti”, la Camusso di tutta risposta, arretra e controbatte: «se un meccanismo non va bene ed è ingiusto bisogna cambiarlo, non si può semplicemente agire per deroghe» . I due punti focali oltre gli adeguamenti dei lavori gravosi, per il segretario della Cgil rimangono le donne e i giovani: temi non ancora affrontati.
Per questi – avverte Susanna Camusso – il sindacato sarà disposto a scendere in piazza e a manifestare; e dagli studi RAI aggiunge che si tratta di una misura, in particolare quella sui giovani, che “oggi non costa, che costa tra 15 anni”.
Oltre le molte contraddizioni, la riforma delle pensioni, sconta il clima da trincea pre-elettorale: fin troppo azzardata è stata la connessione tra accordo sulle pensioni e tenuta del partito di maggioranza del governo; la leader Cgil si smarca dalla accuse:”è il partito di maggioranza di governo che deve porsi il problema del rapporto coi temi del lavoro, con i giovani” e ancora “ è un’ottima notizia che si viva di più e meglio ma questo richiede più welfare. Invece in questi anni la politica ha tagliato sanità e pensioni, cioè il welfare!”.
Uil: verdetto neutrale
“E’ ancora possibile fare qualcosa” ha ribadito il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo”, che portavoce delle istanze della sua parte sindacale, aspetta l’incontro previsto per il 21 per ottenere maggiori approfondimenti. Al piede di guerra della Ggil, la Uil mantiene per ora una posizione neutrale.