«È morto Egidio Pin di Codognè, uno dei nostri ultimi alpini di Russia, uno dei testimoni delle Centomila gavette di ghiaccio che vissero la tragedia della grande ritirata in mezzo al ghiaccio e agli stenti, ma che per la dignità e la fierezza ebbero l’onore delle armi e della memoria anche dagli avversari», a ricordarlo è il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
Egidio Pin, nato a Pianzano in provincia di Treviso, classe 1921, si è spento all’età di 96 anni compiuti, nella notte di Capodanno, nella sua casa di Cimetta di Codognè -Conegliano. Arruolatosi nel 3. Reggimento artiglieria da montagna –Divisione Julia, andò a combattere in Grecia, poi sul fronte albanese e successivamente su quello russo. L’alpino Pin è era uno dei pochi reduci scampati all’inferno di Nikolajevka ( in russo Никола́евка) oggi Oblast’ di Belgorod, tristemente conosciuta per la sanguinosa battaglia del 26 gennaio 1943 fra i reparti alpini dal fronte del Don e l’ Armata russa. Reduci da una lunga ritirata di oltre 10 giorni che aveva sterminato le forze italiane, a Nikolaevska il resto dell’8a Armata riuscì a rompere l’accerchiamento per aprirsi una strada verso le linee interne.
«Lo ricordiamo e lo portiamo a esempio a tutti i giovani , perché sappiano cosa sono l’impegno e la dedizione, il sacrificio e la schiena dritta, la pulizia e la generosità. È questo il Veneto che Egidio Pin incarnava e che noi sappiamo esistere ancora. Un Veneto capace di resistere e di credere, di tenere duro anche quando le condizioni della vita indurrebbero a cedere, insomma quel Dna classico delle nostre genti che è impasto di coraggio e ubbidienza (ma non di rassegnazione), senso civico e altruismo, spirito indomito e senso forte della collettività”.[..] Rendiamo un omaggio commosso alla sua memoria – ha concluso Luca Zaia – e alla memoria di quanti direttamente o indirettamente (come la guerra silenziosa ma fondamentale delle nostre donne) con coraggio seppero restituirci la libertà, vivendo una così grande sofferenza».
di Daniela Paties Montagner