Il compito dell’architettura sacra è quello di riabbracciare le usanze di tutti i popoli, plasmando e creando forme nuove di forte phatos tra la componente espressiva,umana, sacra e l’ambientale.
Uno degli esponenti di questa arte costruttiva (la voglio definire così), è l’ Architetto Fabio Cova.
Guardando i suoi progetti ho avuto modo di realizzare che le sue idee/creazioni sono chiare e luminose, senza un pizzico di pretese, funzionali.
I suoi edifici sono aperti al paesaggio circostante e avidi di luce e materiali naturali, perfettamente integrati alle risorse energetiche del pianeta in cui viviamo.
Questo il filo conduttore di Cova e del suo team di ingegneri: “Progettare è per noi un atto di consapevolezza e rispetto, sappiamo che stiamo invadendo un pezzo di madre terra e dobbiamo farlo con rispetto e saggezza.
Oggi assistiamo ad un risveglio di coscienza collettivo, l’umanità vuole guarire, ha bisogno di liberarsi dei vecchi schemi mentali e sociali e di aprirsi al nuovo. Ma spesso tende a dimenticare che non è soltanto la persona a dover guarire, ma è la Terra intera, l’ambiente.
Sono le acque, l’aria, i prati, le colline, le caverne, le foreste. Ogni luogo, ogni anfratto chiede guarigione.
L’essere umano ha la possibilità di aiutare il proprio ambiente a guarire.
E non soltanto ne ha la possibilità, ma anche il dovere, perché la guarigione dell’umanità passa anche attraverso la guarigione degli ambienti ove l’essere umano dimora.
Michel Emi Maritato